“Oggi all’ordine del giorno del Consiglio metropolitano, finalmente, è stata inserita la delibera di indirizzi per le Amministrazioni comunali ricadenti in zona rossa in merito alla pianificazione urbanistica, territoriale ed emergenziale, una delibera approvata circa un anno fa dal sindaco de Magistris su mia proposta, in qualità di Consigliere Delegato alla pianificazione territoriale ed urbanistica. La cosa anomala è che essa è stata completamente stravolta nei contenuti e poi trasformata direttamente in una delibera del Consiglio, depennando guarda caso il mio nome. Proprio come accadeva nell’antichità, in cui a coloro che venivano considerati ostili agli interessi di Roma veniva applicata la punizione della cancellazione della memoria e delle opere, così il sindaco de Magistris ricorre nei miei riguardi alla damnatio memoriae. Un gesto ai limiti del ridicolo, ma che nei fatti nasconde elementi ancora più gravi, non ponendo freni al possibile aumento di volumi residenziali”. Ad affermarlo è David Lebro, Consigliere della Città Metropolitana e Capogruppo de “La Città” al Consiglio comunale di Napoli.“Al di là della procedura anomala adottata al fine di cancellare il mio nome dall’atto -spiega Lebro-, la cosa grave è che, se si confronta la delibera originaria con la nuova, si può notare come sia stata eliminata tutta la parte relativa al divieto assoluto di incrementare i volumi residenziali nei Comuni ricadenti nella zona rossa; favorire il cambio di destinazione d’uso, da volumi residenziali a non residenziali e produttivi; facilitare il frazionamento degli edifici senza incremento dei carichi insediativi, più ulteriori linee guida complementari. Questi indirizzi andavano a colmare la mancanza del Piano Strategico Operativo, ai sensi della L. 21/03, invece con l’abolizione di questi punti essenziali siamo ritornati all’anarchia più totale. Ciò significa che, nelle aree già soggette ad elevato rischio vulcanico ed idrogeologico, quello che doveva rappresentare un blocco all’incremento dei volumi residenziali si trasforma, invece, nella possibilità di aumentare il consumo di suolo attraverso la modifica dei singoli piani urbanistici comunali. Una cosa inaudita che svilisce lo stesso impianto deliberativo perché piuttosto che diminuire si va ad incrementare il rischio”.“La cosa vergognosa -conclude Lebro- è che si continua a non dare indirizzi urbanistici precisi ai Comuni, lasciandoli nelle condizioni di non poter effettuare una pianificazione corretta. Tutto ciò fa venire meno l’essenza stessa della Città Metropolitana e la sua principale funzione di guida e coordinamento degli Enti che ne fanno parte
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