Restano in attesa di un incontro con la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e, intanto, i ragazzi della Cooperativa La Paranza del Rione Sanita’, a Napoli, “ribadiscono con convinzione che la gestione delle Catacombe di San Gennaro e di San Gaudioso e’ stata sempre orientata al pieno rispetto di qualsiasi norma e ai valori di legalita’ e solidarieta'”. Confidano in un lieto fine i ragazzi de La Paranza, cooperativa che dal 2009 gestisce le Catacombe di San Gennaro, di proprieta’ del Vaticano, affidate loro dall’Arcidiocesi di Napoli. Una gestione per la quale avrebbero dovuto versare, nell’arco di dieci anni, il 50% degli introiti derivanti dalla vendita dei biglietti. Una richiesta mai formalizzata, quella di provvedere a pagare un debito il cui ammontare, secondo alcune stime, si aggira attorno ai 700mila euro in totale, hanno fatto sapere nei giorni scorsi dal Vaticano, evidenziando, invece, che gia’ nel marzo scorso, in un documento, resto noto da Tv 2000, era contenuta la disponibilita’ della Santa Sede ad azzerare il debito pregresso e a ‘inaugurare’ una gestione del sito archeologico importato alla trasparenza, anche per non fare differenze di trattamento tra le varie Catacombe presenti in Italia. Sono 120 in totale, comprese quelle di Napoli e, per tutte, valgono le regole del Concordato con il versamento del 50% degli incassi. Le Catacombe di San Gennaro sono l’unico sito in Italia a non aver corrisposto quanto pattuito ne’ sono mai stati inviati i rendiconti di bilanci. La Paranza, secondo il Vaticano, gestisce il sito in totale autonomia, emettendo biglietti in proprio e non fornendo bilanci. L’ammontare degli incassi provenienti dalla vendita dei biglietti (9 euro itero, 6 euro ridotto) e’ di 600mila euro. Di questi, annualmente, quasi 380mila sono destinati agli stipendi, 230mila alla manutenzione del sito archeologico.
Articolo pubblicato il giorno 19 Novembre 2018 - 18:43