Due anni di indagini e ora vacilla anche l’ipotesi che la piccola Maria Ungureanu sia stata uccisa, a favore di una possibile caduta accidentale nelle piscina di un agriturismo chiuso per ferie a San Salvatore Telesino, nel Sannio. La procura della Repubblica di Benevento ha infatti chiesto l’archiviazione per gli unici due indagati, Daniel e Cristina Ciocan, di 22 e 31 anni, fratelli di origini romene trapiantati nel Sannio da anni come la famiglia della bimba di 9 anni sulla quale sarebbe stata compiuta anche una violenza sessuale. Maria fu trovata nella piscina il 19 giugno 2016, senza vestiti, ripiegati e lasciati a terra ai bordi dello specchio d’acqua artificiale. Daniel Ciocan sin dal primo momento disse agli inquirenti di aver visto Maria quel giorno e di averla accompagna in macchina per un tratto, ma di averla lasciata ancora viva in strada prima di raggiungere a Telese Terme Cristina. Dai tanti esami scientifici compiuti sul corpo della bimba, sul luogo del delitto, in casa del giovane romeno, non sono mai emersi elementi che potessero fornire un quadro indiziario robusto contro di lui e sua sorella, pure indagata per concorso in omicidio e violenza sessuale. Motivo per cui sia il gip, sia il tribunale del Riesame e infine la Cassazione hanno sempre respinto la richiesta formulata dai pm di custodia cautelare per il giovane, che era anche amico dei genitori della vittima. Non vi erano infatti gravi indizi di colpevolezza a suo carico. La procura sembra aver abbandonato l’ipotesi del delitto, chiedendo quindi l’archiviazione. La difesa dei fratelli Ciocan ha sempre sostenuto la tesi della caduta accidentale nella piscina, ritenendo anche che la violenza sessuale fosse contestabile ad altre persone, non escludendo lo stesso nucleo familiare.
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