Arzano. Revoca delle dimissioni ma scoppia il primo caso per il sindaco Fiorella Esposito. Beni confiscati alla mafia sottratti al controllo dello stato e consigliere di maggioranza a tavola con un boss del clan Licciardi. Ad appena 12 ore dalle revoca delle sue dimissioni, la Esposito si ritrova sul tavolo uno di quei casi nazionali che farebbero tremare chiunque. Non tesi accusatorie, né tantomeno ipotesi giornalistiche, ma documenti fotografici inediti in cui risultano ritratti allo stesso tavolo e in rapporti di stretta amicizia consiglieri eletti di maggioranza, boss e riciclatori dei soldi sporchi della camorra. Ma cosa c’entra l’eventuale collegamento del consigliere con la politica di maggioranza a gestione Fiorella Esposito ? C’entra nella misura in cui il boss (ripreso nella foto e per ovvii motivi sbiadita), condannato in via definitiva per associazione a delinquere di stampo mafioso unitamente ad esponenti del calibro del defunto boss Gennaro Licciardi detto gennarino a’scigna: sia il proprietario del 90 per cento dei beni confiscati alla criminalità organizzata dallo stato e assegnati al comune di Arzano. Beni che dopo 16 mesi di amministrazione, aldilà di qualche mero atto d’indirizzo, risultano ancora non utilizzati. Dimenticanze, semplice lentezza burocratica o c’è qualcosa in più? Fatto sta che il condannato in via definitiva calcherebbe le stanze comunali accompagnato proprio da qualche consigliere. Beni che si aggirano oltre i due milioni di euro di valore. Si tratta di una villa di due piani, garage e giardino in via Colombo, di un palazzo in via A. Barone e un negozio commerciale in via Pecchia.
Antonia Blasetti
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