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Anche i Nuvoletta coinvolti nel business delle scommesse on line. TUTTI I NOMI

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Per espandere il milionario giro d’affari il gruppo mafioso di Misterbianco aveva avviato contatti anche con il gotha di Cosa nostra, persone ritenute ‘vicine’ al superlatitante Matteo Messina Denaro, tra cui il nipote di quest’ultimo, Francesco Guttadauro, ed anche con elementi riconducibili alla ‘famiglia’ camorristica dei Nuvoletta di Marano. E’ quanto emerge dall’inchiesta ‘Revolutionbet 2′ della Procura distrettuale di Catania su mafia e scommesse online che ha portato all’arresto di 21 indagati: 4 in carcere e 17 ai domiciliari. Tra quest’ultimi anche il vicesindaco di Misterbianco, Carmelo Santapaola, accusato di intestazione fittizia di beni perche’ ritenuto titolare di fatto, assieme ai fratelli Carmelo e Vincenzo Placenti, dell”Orso Bianco Caffe”, locale gia’ sequestrato il 14 novembre scorso. Il vicesindaco e assessore alle Manutenzioni si e’ dimesso dal suo incarico, come ha reso noto il sindaco Nino Di Guardo. Durante l’operazione i carabinieri hanno sequestrato anche armi. La Guardia di Finanza ha eseguito il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni per 70 milioni di euro in Italia, nell’Isola di Man, in Austria, in Gran Bretagna e a Malta. All’inchiesta ha dato un importante contributo l’imprenditore del settore Fabio Lanzafame, che sta collaborando con la magistratura. I carabinieri hanno posto ai domiciliari il vicesindaco e arrestato 4 persone appartenenti alla ‘famiglia’ Santapaola-Ercolano. L’attivita’ investigativa ha fatto luce sul gruppo mafioso, capeggiato dai fratelli Placenti, abituato ad operare “sotto traccia”. Quello che Carmelo Gabriele Piacenti, in un’intercettazione, chiama la ‘duranza’ (durata, ndr). Ma questo non elimina quella che la Procura definisce la loro pericolosita’ sociale. Come emerge da intercettazioni inserite nelle 220 pagine dell’ordinanza del Gip Pietro Antonio Curro’. In auto, con due interlocutori con cui parla di un sequestro di droga che ritengono legato a una ‘delazione’ e sull’opportunita’ di “ammazzare le famiglie e i figli” dell’autore della ‘chiamata’ per rappresaglia, Carmelo Placenti afferma: “no… non fanno male… dice ‘anche i bambini’? Si’ pure i bambini!… perche’ hanno il sangue di sbirro come al padre!”. In un’altra occasione, nell’ambito di un contenzioso sulla vendita illegale di botti d’artificio, e’ sempre Carmelo Placenti ad essere intercettato e sentito mentre dice: “… a questi glieli devo ammazzare a tutti…si prendono e si buttano nella sciara!” La guardia di finanza, che ha indagato sugli aspetti economici, ha posto agli arresti domiciliari 16 indagati. Sono accusati di avere assicurato al gruppo Placenti l’intestazione formale di attivita’ commerciali nel settore del ‘gaming’ e di autoveicoli e di avere alimentato il controllo di una rete nazionale di circa 500 agenzie di scommesse e garantito il funzionamento, tra il 2016 e il 2017, della raccolta di 20 milioni di euro di giocate illegali nelle province di Catania, di Catania, Messina, Siracusa, Palermo e Trapani. Il procuratore Carmelo Zuccaro lancia “l’allarme sociale” e ribadisce che “nonostante il notevole profitto in questo settore le sanzioni sono veramente molto, ma molto, lievi”. La Procura, assicura, andra’ “avanti per il recupero dei profitti illeciti, che sono stati schermati e distribuiti in piu’ Paesi esteri” e per “recuperare il prelievo fiscale sottratto all’Erario”. Gli arrestati sono: Bartolo Augusta, 44 anni, Giovanni Di Stefano, 34, Alfio Saitta, 35, ed Emanuele Trippa, di 41. La guardia di finanza, che ha posto agli arresti domiciliari 16 indagati, ha fatto luce sui rapporti economici e sulle infiltrazioni del gruppo nel settore finanziario. Sono accusati di avere assicurato al gruppo Placenti l’intestazione formale di attivita’ commerciali nel settore del ‘gaming’ e di autoveicoli, alimentate con il controllo di una rete nazionale di circa 500 agenzie di scommesse. Garantito il funzionamento, tra il 2016 e il 2017, della raccolte di complessivi 20 milioni di euro giocate illegali nelle province di Catania, di Catania, Messina, Siracusa, Palermo e Trapani. Militari delle Fiamme gialle hanno posto agli arresti domiciliari: Francesco Insanguine, di 42 anni, Massimiliano Giuseppe Vinciprova, di 40, Giuseppe Cocimano, di 43, Massimo Giuffrida, di 45, Luciano Paccione, di 42, Leonardo Zappala’, di 57, Fabio Calcagno, di 35, Sebastiano Campisi, di 34, Sebastiano De Matteo, di 42, Francesco Guerrera, di 33, Ottavio Imbesi, di 47, Orazio Intagliata, di 29, Alfredo Valenti, di 31, Giovanni Ianni’, di 31, Vincenzo Mangano, di 32, Marco Daidone, di 45.


Articolo pubblicato il giorno 21 Novembre 2018 - 22:58
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