Giovedì 15 novembre al Teatro Elicantropo di Napoli, “Io so e ho le prove” di Giovanni Meola, regista da sempre impegnato nel teatro di denuncia e premiato anche per lavori cinematografici legati al sociale e alla legalità. E’ la storia dell’ex manager bancario “convertito” e editorialista di Lettera43.it, che arriverà sul palcoscenico del Teatro Elicantropo di Napoli alle ore 21.00 (in replica fino a domenica 18).
Presentato da Virus Teatrali, l’allestimento, libero adattamento dall’omonimo libro di Vincenzo Imperatore (2014, Edizioni Chiarelettere), racconta la conversione di un ex-manager bancario, che, dopo un quarto di secolo al servizio della più importante banca italiana, ne è uscito denunciandone tutte le nefandezze, comuni all’intero settore bancario negli ultimi due decenni. Vincenzo Imperatore è stato, per più di vent’anni, nelle direzioni operative di alcuni tra i più prestigiosi istituti di credito italiani, prima e dopo la crisi economica. La sua testimonianza, nata dalla presa di coscienza che ha completamente capovolto il suo approccio al mondo bancario, svela i segreti, le strategie e le manipolazioni delle banche a danno dei tanti correntisti e risparmiatori nonché dei tanti piccoli e medi imprenditori che formavano e formano la spina dorsale dell’economia reale di questo paese.
La riduzione teatrale di Giovanni Meola, che ne è anche interprete, ha una particolarità per essere un lavoro che nasce come un monologo. Si arricchisce della presenza in scena, di Daniela Esposito, che, oltre a firmare le musiche originali dello spettacolo, fa da contrappunto al protagonista con vocalizzi, suoni e rumori, interpretando i vari personaggi incontrati dal rampante bancario in carriera (e di cui racconta) nella sua vita, e in altre la sua coscienza, fino alla sua conversione. In questa forma acuta e ironica, Meola adatta al palcoscenico il racconto che Imperatore fa di una parte della sua vita, legata a doppio filo alla sua vicenda lavorativa, dai successi negli studi alla stellata carriera in banca, fino alla sua “redenzione”. Una consapevolezza nuova che lo porta ad abbandonare il mondo di quelle “raffinate” operazioni bancarie, spesso definite spazzatura, fino a sostenere e difendere i diritti dei tantissimi clienti truffati. Con questo spettacolo, il teatro si fa portatore sano di cultura civile, divenendo strumento di denuncia sociale, e ponendo in atto un’attenta riflessione sulla natura degli eventi che ci circondano quotidianamente. La scenografia dell’originale allestimento è a cura di Monica Costigliola e Angelo De Tommaso.
Articolo pubblicato il giorno 12 Novembre 2018 - 17:59