Fu ucciso dalla camorra per un probabile errore di persona, perche’ viveva nello stesso stabile e guidava lo stesso tipo d’auto del boss bersaglio dei killer. Ventisette anni dopo, dei responsabili dell’omicidio, avvenuto a Sant’Antimo, di Cesare Ferriero, non c’e’ ancora traccia. La vittima era collaboratore scolastico senza precedenti penali e senza frequentazioni pericolose, testimone di Geova molto noto in citta’; una persona normale con moglie e ben nove figli, che come tante altre vittime innocenti della camorra, non e’ stata pero’ riconosciuta tale dallo Stato. Per questo una delle figlie, Anna Ferriero, si e’ rivolta all’avvocato Giovanni Zara, che assiste parecchi congiunti di vittime innocenti della camorra casalese e napoletana, chiedendo che venissero riaperte le indagini per arrivare ad una certezza giuridica, sebbene eventuali risarcimenti previsti dalla legge dovrebbero comunque essere corrisposti. Il legale ha scritto cosi’ alla Dda.
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