La Corte d’Assise d’Appello di Napoli ha stabilito che l’agricoltore di Piano di Sorrento, Salvatore Amuro potrà essere sottoposto alla perizia psichiatrica che dovrà stabilire se l’uomo nel momento in cui nel dicembre del 2015 uccise e poi sciolse nell’acido il fratello Franco era capace di intendere e di volere. la decisione dei giudici è arrivata in apertura del procsso di secondo grado su richiesta dei difensore dell’imputato che in primo grado nel processo che si è svolto a Torre Annunziata è stato condannato a 18 anni di carcere. L’avvocato Susanna Denaro, ha infatti chiesto l’assoluzione di Salvatore Amuro o almeno la riduzione della pena. Si sarebbe trattato di omicidio preterintenzionale e non volontario, visto che Amuro avrebbe voluto soltanto dare una lezione al fratello e non ucciderlo. Già in primo grado era stato invece assolto dal reato di occultamento di cadavere perché il fatto non sussiste. Il giudice Maria Concetta Criscuolo gli aveva anche riconosciuto le attenuanti generiche dopo aver applicato la riduzione di un terzo della pena che la legge prevede per chi sceglie il rito abbreviato.
L’orrendo delitto si consumò sulle colline di Piano di Sorrento nel dicembre del 2015. La famiglia dei due fratelli vive in tre abitazioni adiacenti che si trovano sulle colline di Piano di Sorrento, in una zona ricca di piantagioni: la vittima viveva con i genitori, una coppia di anziani; in due abitazioni vicine, invece, vivono, rispettivamente, Salvatore e la figlia, e nell’altra casa, la sorella di Salvatore e Francesco, con la sua famiglia. Il 7 dicembre del 2015 ci fu una violenta lite tra i due. Salvatore accusava il fratello Francesco di essere un fannullone e in preda a un raptus di follia colpì violentemente con la vanga , con la quale stava lavorando il terreno, il congiunto uccidendolo. Poi nè caricò il cadavere in una carriola e lo sotterrò in un fosso. Per completare l’opera acquistò una decina di litri di soda caustica con la quale sciolse il cadavere del fratello. Fu la sorella il giorno seguente a denunciare la scomparsa del fratello ai carabinieri. I militari iniziarono le indagini ascoltando tutti i parenti tra cui Salvatore il quale spiegò che il fratello si era allontanato a bordo di una macchina e che dal quel momento non ne aveva avuto più notizia. La versione fornita dall’uomo, però, non convinse gli investigatori che iniziarono a tenere sotto controllo gli spostamenti di Salvatore.
Sentendosi il fiato sul collo, l’uomo commette un passo falso: raccoglie i suoi effetti personali, prende il passaporto e scappa. Anche di lui non si hanno più notizie e la figlia di Salvatore, preoccupata dalla sua scomparsa, si reca in caserma e segnala ai carabinieri di non avere più notizie del padre. I militari, a questo punto, si mettono alla ricerca dell’uomo e lo rintracciano nelle campagne di proprietà della famiglia, dove aveva deciso di nascondersi prima di fuggire definitivamente. In caserma continua a negare di essere coinvolto nella scomparsa del fratello ma alla fine cede e confessa l’omicidio.
(nella foto il terrreno sulle colline di Piano di Sorrento dove avvenne l’orrendo delitto nel riquadro da sinistra la vittima Francesco Amuro e l’assassino Salvatore Amuro)
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