Hanno preso il via nella tarda mattinata le procedure per l’incidente probatorio disposto dai magistrati della VI sezione della Procura della Repubblica di Napoli per individuare le norme di sicurezza piu’ idonee per disporre il dissequestro e la riapertura della Solfatara. Il vulcano e’ stato interdetto al pubblico oltre 13 mesi fa, a seguito del tragico incidente del 12 settembre 2017 in cui persero la vita un ragazzo di 11 anni, e il padre e la madre, Massimilano e Tiziana Carrer rispettivamente di 45 e 42 anni, nel tentativo di soccorrere il figlio precipitato in una buca profonda tre metri, apertasi improvvisamente sul suo cammino. Si salvo’ solo il figlio piu’ piccolo della coppia, di sette anni. Questa mattina l’apertura delle procedure per raccogliere prove testimoniali fondamentali con i periti di ufficio e di parte e i legali delle parti che accompagnati dalla polizia di Stato e da una squadra di Vigili del Fuoco hanno svolto un’attenta ricognizione del sito, sostando a lungo in prossimita’ del punto dove si verifico’ il tragico incidente. I periti avranno sei mesi di tempo, salvo eventuali proroghe, per relazionare alla Procura della Repubblica. In questo primo accesso, da quanto emerso al termine del sopralluogo, si sono raccolte prove per cristallizzare la situazione del luogo dell’incidente e la situazione al contorno relativa alle fangaie, alle fumarole e alla friabilita’ del terreno. Avviato anche il lavoro per redigere il piano di sicurezza che dovra’ garantire la riapertura del sito. Questo sara’ un lavoro piu’ laborioso per la complessita’ dell’area. Di sicuro c’e’ propensione a procedere a step. I periti si rivedranno periodicamente sempre alla presenza dei Vigili del Fuoco e della Polizia. Le conclusioni saranno importanti per decidere i tempi di riapertura del sito, che esercita, nonostante tutto, un forte richiamo turistico. Con rilevatori portatili di idrogeno solforato alla mano i sette consulenti nominati dal Tribunale di Napoli hanno avviato oggi i lavori per la “super perizia” nel Vulcano Solfatara di Pozzuoli . Il sopralluogo, per motivi di sicurezza, non potra’ durare piu’ di sessanta minuti e deve essere rimandato qualora dovesse piovere. Inoltre i periti devono raggiungere l’area da sottoporre alle analisi utilizzando esclusivamente percorsi sicuri. Dall’inchiesta della Procura di Napoli sono emerse gravi lacune sul piano della sicurezza, sia per i visitatori sia per il personale impiegato nell’area, che da allora e’ sotto sequestro. I consulenti chiamati ad assolvere il compito provengono da prestigiose universita’ italiane: si tratta del prof. Giovanni Battista Crosta, direttore della Sezione di Scienze Geologiche e Geotecniche del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente, del Territorio e della Terra dell’Universita’ di Milano Bicocca; del prof. Orlando Vaselli, docente in Geochimica e Vulcanologia, direttore di Scienze della Terra all’Universita’ di Firenze; del prof. Giuseppe Tito Aronica, docente in Ingegneria Idraulica all’Universita’ di Messina; del prof. Claudio Giulio Di Prisco, docente in Geotecnica al Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale del Politecnico di Milano; del prof. Angelo Baggiani, docente in Igiene generale e applicata al Dipartimento di Ricerca Transnazionale NTMC, all’Universita’ di Pisa; del geofisico Giuseppe Marino, esperto nello specifico settore dell’Idrogeologia; dell’ing. Maurizio D’Amico, con specifica competenza in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Il lavoro dei “super periti” durera’ diversi mesi al termine dei quali sara’ redatto un pacchetto di norme di sicurezza che, se rispettato, potrebbe consentire il dissequestro dell’area e la sua riapertura. Tra gli indagati figura Giorgio Angarano, amministratore della “Vulcano Solfatara srl”, difeso dagli avvocati Bruno Von Arx e Manlio Pennino, accusato di disastro colposo, e altre cinque persone. L’avvocato Alberto Berardi, del Foro di Padova, invece, assiste i familiari delle vittime con l’avvocato Vincenzo Cortellessa e lo Studio 3A.
Articolo pubblicato il giorno 15 Ottobre 2018 - 19:03