Torre del Greco. Si allarga l’inchiesta sul voto di scambio nella città del corallo. Non solo posti di lavoro nella nettezza urbana per comprare dei voti ma anche pacchi alimentari. Secondo gli investigatori il gestore di un’associazione onlus avrebbe consegnato pacchi alimentari a persone indigenti. Infatti nella mattinata di ieri i militari hanno eseguito una perquisizione ed hanno acquisito gli atti ovvero documenti rendicontazioni dell’associazione. I carabinieri della locale compagnia stanno lavorando su una serie di nominativi e sulla presunta compravendita di voti che avrebbe coinvolto alcuni aspiranti consiglieri comunali. Un vero e proprio momento di svolta quello che vive l’inchiesta sulla tornata elettorale che ha visto prevalere il sindaco Giovanni Palomba. Risultano formalmente indagati Simone Magliacano, già assessore della giunta Borriello che ha provato già a chiarire la sua posizione durante un interrogatorio. Inoltre il consulente del lavoro ha anche consegnato il cellulare agli investigatori. Stefano Abilitato, ex forzista, candidato con una lista civica a sostegno di Palomba, è stato eletto con 927 voti. Il nome del consigliere compare in diverse chat e messaggi registrati da netturbini indagati. Gli operatori della Nu sono stati assunti per sei mesi con uno stipendio da 500 euro e pare avrebbero sostenuto con diversi voti chi li aveva indirizzati nel preparare la pratica per essere assunti. “Non c’è stato voto di scambio, ho solo aiutato un amico candidato, pagando alcuni di quei netturbini per l’affissione dei manifesti – dice Magliacano che prova a difendersi. Circa 100 euro a sei persone assunte da Gema per affiggere “i manifesti elettorali e anche della nostra società sportiva”.
Gli indagati, con l’accusa a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla turbativa del voto, voto di scambio e altri reati, sono circa una quindicina. Tutti sono residenti a Torre del Greco. La svolta riguarda, però, il presunto acquisto di voti mediante la cessione di buste della spesa. Finisce tra gli indagati anche M.P., portavoti di un consigliere comunale eletto, che secondo quanto ipotizzato dagli investigatori avrebbe usato l’associazione onlus, il cui presidente formalmente è la madre, per distribuire pacchi alimentari in cambio del voto. Una vicenda triste ma di routine durante le consultazioni elettorali. Caso simile avvenne anche a Castellammare di Stabia, con una lista facente riferimento ad un’associazione che ha distribuito pacchi alimentari prima di un pubblico attacco da parte di un candidato a sindaco. La vicenda fu, in quella circostanza, segnalata alle forze dell’ordine.
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