Molto spesso, l’ostacolo più difficile da superare per chi vuole frequentare un master in business administration è rappresentato dall’ammissione, e in particolare dall’incontro propedeutico con i docenti. I compiti da svolgere non sono pochi: una volta selezionato il corso a cui si vuol prendere parte, è necessario compilare con attenzione la candidatura, per poi prepararsi ai colloqui faccia a faccia e ai test a cui si verrà sottoposti. L’accesso a un mba è vincolato al successo della conversazione con i selezionatori, dunque.
Come strutturare la candidatura
Che ci si voglia candidare per un mba di BBS o per qualsiasi altro master in business administration, il punto di partenza da cui non si può prescindere è rappresentato dalla candidatura, che deve essere strutturata nel migliore dei modi possibili. I selezionatori sono interessati a conoscere le aspirazioni e gli interessi di chi hanno di fronte, anche e soprattutto in rapporto al corso per il quale ci si propone. Per questo motivo, nel momento in cui la candidatura viene redatta occorre essere certi di puntare sul percorso formativo più in linea con le proprie capacità, con le proprie esigenze e con le proprie attitudini.
La scelta non ha a che fare unicamente con le materie di studio, che pure variano a seconda dell’orientamento degli istituti, ma anche con il modo in cui i corsi sono strutturati: ci sono quelli full time, per esempio, e quelli part time, che sono più adatti a chi magari ha già un lavoro e non vuole rinunciarvi; una terza opportunità è costituita dagli emba, che si svolgono a distanza.
Il curriculum
Tra i vari aspetti a cui è opportuno prestare attenzione quando si compila la candidatura, uno dei più importanti è il curriculum, dal quale deve trasparire il tipo di percorso che si è interessati a intraprendere una volta che la specializzazione sarà conclusa. Le competenze che vengono evidenziate nel cv, dunque, devono essere in linea con i progetti futuri. L’importante è non eccedere: sarebbe meglio se il curriculum non fosse più lungo di una pagina, il che vuol dire che è molto importante selezionare con cautela quali qualifiche specifiche al fine di suscitare una impressione positiva.
Anche le lettere di presentazione sono in grado di influenzare l’esito delle candidature, sia in un senso che nell’altro. Per questo è fondamentale capire a chi richiederle, fermo restando che le lettere accademiche partono sempre in una posizione di svantaggio rispetto a quelle professionali.
Prepararsi al test
Per prepararsi al test è bene cominciare il prima possibile il GMAT, vale a dire il Graduate Management Admission Test: in questo modo si può contare su più tempo per progredire e migliorare la propria resa. Il test si pone lo scopo di verificare l’attitudine del candidato rispetto agli studi economici. Sono presenti dei quesiti a risposta multipla. Il test può essere rifatto, senza conseguenze per chi si candida: insomma, non si deve temere un giudizio non positivo se ci si presenta di nuovo per sostenerlo. Non è detto che un basso punteggio sia per forza sinonimo di esclusione, comunque: la selezione può essere superata anche grazie al combinato disposto delle referenze, degli studi accademici, dei risultati professionali conseguiti o di una domanda di ammissione in grado di colpire gli esaminatori.
Incontrare i docenti
Un ultimo “trucco” di cui ci si può servire per incrementare le proprie probabilità di successo e di ammissione consiste nell’incontrare i docenti selezionatori delle business school faccia a faccia. Colloqui di questo tipo sono utili non solo per farsi conoscere, ma anche per ottenere informazioni a proposito delle procedure e dei criteri previsti per l’ammissione al master. Al contempo, si ha la possibilità di presentarsi in prima persona.
Articolo pubblicato il giorno 25 Ottobre 2018 - 10:11