Al via la terza edizione di Sicut Sagittae, la rassegna di musica barocca che apre la stagione concertistica del Centro di cultura Domus Ars di Carlo Faiello.
Sicut Sagittae, diretta artisticamente da Antonio Florio e organizzata da Il Canto di Virgilio e dalla Cappella Neapolitana, si divide quest’anno in due parti complementari legate, a filo doppio, da un tema preciso: “…per ogni sorta d’istromenti…”.
Il violoncello caratterizza gli appuntamenti del 4-5 e 6 ottobre, mentre alcuni strumenti rari dell’età barocca (come il salterio, antica arpa da tavolo, la chitarra battente, la cetra o il liuto) quelli previsti 28 e 30 novembre e 1 e 2 dicembre.
“Per la prima volta la nostra rassegna ha un tema che riunisce due parti complementari volutamente separate nel tempo per poter approfondire le tante proposte inedite e curiose dei musicisti che portiamo a Napoli. Il tema è “Per ogni sorta d’istromenti”, frase che accompagnava molte edizioni musicali italiane a cavallo tra Cinque e Seicento, antologie di brani allora celebri o novità assolute, o anche trattati per strumenti musicali che iniziavano un nuovo percorso solistico dopo l’epoca polifonica in cui anche gli strumenti erano divisi in famiglie”, spiega Antonio Florio che aggiunge – Il violoncello ne è un caso emblematico: la sua origine è come strumento basso della famiglia rinascimentale delle viole da brazzo (e non deriva come semplicisticamente qualcuno pensa dalla viola da gamba che è strumento diverso, a cominciare dai tasti nell’altro assenti). Recenti ricerche da parte stanno sempre più ponendo in rilievo l’emergere di una “scuola violoncellistica napoletana” molto precoce, accanto a quelle ben più note di Bologna e Roma. I casi di Francesco Arborea e Francesco Supriani (o Cipriani), mitici virtuosi cellisti della Real Cappella di Napoli nei primi decenni del Settecento, non nascono dal nulla ma provengono dall’introduzione del violoncello, chiamato inizialmente a Napoli genericamente viola e poi violoncella, tra gli strumenti insegnati nei quattro Conservatori di musica della capitale meridionale”.
Il programma della prima parte di Sicut Sagittae prevede: il 4 ottobre alle ore 20,30 alla Domus Ars, l’Accademia Ottoboni di Marco Ceccato, che interpreta i primi grandi autori per violoncello romani; il 5 ottobre, ore 10 alla Domus Ars, una giornata di studi internazionale, con il coordinamento scientifico di Dinko Fabris, farà il punto sulle origini del violoncello in Italia includendo anche il caso di Napoli con un concerto aperitivo del duo di Barcellona Guglielmo Turina ed Eva del Campo alle ore 13 (sempre a Domus Ars). In serata, alla Domus Ars alle 20,30, il giovane virtuoso palermitano, Adriano Fazio, scorpora le suite per violoncello di Bach accostandone i singoli brani ad autori e generi diversi, anche del nostro tempo; il 6 ottobre, alle ore 20,30 alla Domus Ars, una incursione nelle musiche di esordio del violoncello a Napoli con il concerto dedicato a Rocco Greco e la sua scuola, eseguito dal complesso napoletano La Sambuca Lyncea diretto da Luigi Trivisano.
Il programma della seconda parte vede il 28 novembre alle ore 20,30 alla Domus Ars il concerto di Franziska Fleischander, tra le più autorevoli esecutrici e ricercatrici europee del salterio, accompagnata dall’arciliuto di Vinicius Perez; il 30 novembre, alle ore 20,30 alla Domus Ars, il ritorno del cantante-attore Pino De Vittorio, impegnato nel suo più tipico e autentico repertorio popolare basato su canti del Meridione italiano da lui stesso ricercati e reinterpretati con il supporto della chitarra battente di Marcello Vitale; il 1 dicembre alle ore 12 presso la Sala Gesualdo del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, la lezione – concerto di Catalina Vicens dal titolo, “Cembalo di Partenope” in collaborazione col Conservatorio di Napoli e alle ore 20,30 alla Domus Ars il gruppo Porte-de-Voix, diretto da Angelo Trancone che si cimenta con un inedito oratorio del compositore Donato Ricchezza; il 2 dicembre, alle ore 20,30 alla Domus Ars, Patrizia Bovi (fondatrice dei Micrologus) con Crawford Young – al liuto e alla più rara cetra – presenta i primi risultati della sua ricerca sugli improvvisatori di poesia per musica tra Umanesimo e Rinascimento.
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