“E’ molto scosso, vuole pagare per quello che ha fatto e se potesse tornare indietro non lo rifarebbe”. E’ quanto ha raccontato l’avv.Pietro Gabriele, uno dei difensori del 16enne reo confesso dell’omicidio del coetaneo Giuseppe Balboni, trovato morto la scorsa settimana in un pozzo a Castello di Serravalle. Il legale, con la collega Icilia Leoni, ha incontrato i cronisti davanti all’istituto penale minorile dove il ragazzo e’ rinchiuso. “Non si rende ancora conto di quello che rischia – ha detto Gabriele – ce lo ha chiesto ma non glielo abbiamo voluto dire, non e’ il momento”. Confermata la ricostruzione fatta dal ragazzo, che ha detto di avere sparato per difesa: “Ha sostenuto di avere reagito e questa versione trova riscontri, l’unico riscontro che manca e’ il ritrovamento del coltello”. Il legale ha parlato di una “gravita’ indiziaria granitica” aggiungendo che la difesa non chiedera’ il riesame contro la misura cautelare, “sarebbe solo un modo per incattivire il procedimento e sarebbe inutile”. A quanto risulta il 16enne non ha chiesto di incontrare i familiari della vittima: “e’ poco piu’ che un bambino, non ha le spalle per tirar fuori certe volonta’. “Esprimiamo tutto il nostro dolore e dispiacere alla famiglia Balboni, e chiediamo ai giornalisti di rispettare il nostro dolore e la nostra privacy”. Lo scrivono, in una breve lettera affidata ai legali, i genitori del 16enne reo confesso dell’omicidio del coetaneo Giuseppe Balboni. La lettera e’ stata letta ai cronisti davanti all’istituto penale minorile di via del Pratello, dove il ragazzo e’ rinchiuso. “Quello che e’ accaduto e’ di una gravita’ inenarrabile – si legge – e ha sconvolto due famiglie. Alla nostra e’ stato portato via un figlio per motivi di giustizia e questo e’ molto duro per due genitori. Ma e’ altrettanto terribile quello che vive l’altra famiglia, cui e’ stato portato via una giovane ragazzo per sempre”.
Articolo pubblicato il giorno 1 Ottobre 2018 - 14:29