È vero che oltre il settanta per cento delle strutture sanitarie si è dotato di un piano di prevenzione dalle aggressioni ma, purtroppo, i dati testimoniano la scarsa efficienza degli stessi. La Commissione Affari sociali della Camera, nel corso del monitoraggio sull’esplosione di violenza ai danni del personale sanitario in servizio, ha rilevato oltre tremila episodi negli ultimi tempi con il 65% di medici e infermieri che, almeno una volta nel corso della loro carriera, hanno subito violenze o intimidazioni. Ho chiesto al Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, un incontro per discutere sulla necessità non più procrastinabile di prevedere presìdi fissi delle forze dell’ordine all’interno delle strutture ospedaliere. Una misura necessaria per scoraggiare i violenti e riportare nei nostri nosocomi un clima compatibile con il delicato ruolo che svolgono medici e infermieri: salvare vite umane. Ma il problema delle aggressioni è drammaticamente d’attualità anche negli studi privati. L’omicidio del medico Giovanni Palumbo, avvenuto la scorsa settimana a Sanremo, deve far riflettere sulla necessità di aiutare anche i medici e i loro collaboratori nelle strutture private. Il ricorso alle nuove tecnologie è una strada da percorrere necessariamente e, in quest’ottica, chiedo l’individuazione di un fondo da riservare come credito d’imposta a favore degli studi medici che intendono dotarsi di impianti di sicurezza, di videosorveglianza o di vigilanza privata”.
Lo ha dichiarato Michela Rostan, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati, nel corso del Congresso della Federazione italiana medici di famiglia a Cagliari.
Articolo pubblicato il giorno 6 Ottobre 2018 - 15:13