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Le gare per lo smaltimento dei fanghi “vanno deserte per l’evidente sproporzione tra la domanda e l’offerta”. Fulvio Bonavitacola, vicepresidente della Giunta regionale della Campania, con delega all’Ambiente, spiega che esiste “una situazione monopolistica, da parte di pochi impianti autorizzati che consente loro di fare proprie valutazioni e non presentarsi alle gare” che, di conseguenza, vanno deserte. “E’ da tempo – dice – che abbiamo evidenziato che il sistema di smaltimento dei fanghi derivati dalla lavorazione dei depuratori non puo’ essere affidato a due soli impianti in tutto il Sud Italia perche’ e’ un problema che riguarda la Campania, ma anche le altre Regioni del Mezzogiorno”. “Immaginando difficolta’ da parte di Sma Campania – ricorda – anche la Regione ha indetto gare, ma allo stesso modo le are sono andate deserte”. Occorre dunque “uscire dalla soggezione al monopolio” cosa che richiede la necessita’ di “dotarci di impianti di essiccamento che consentano la riduzione del volume fanghi e quindi le dimensioni che attengono all’economia e anche in termini ambientali ne consente una collocazione verso altre destinazioni ben superiori rispetto a quelle ora disponibili e autorizzate”. Bonavitacola ribadisce che “Sma Campania non gestisce piu’ gli impianti”, ma che “ad oggi ha la responsabilita’ dello smaltimento dei fanghi che si sono accumulati durante la loro gestione”. “I consorzi che sono subentrati – prosegue – hanno avuto gli stessi problemi, al punto che si sono rifiutati di firmare i contratti, non potendo garantire smaltimento fanghi”. In seguito a riunioni, promosse dall’Assessorato, e “al termine di istruttorie legali e tecniche” si e’ giunti a un accordo e “saranno firmati i contratti di appalto”. “Le imprese – spiega Bonavitacola – hanno assunto l’impegno a dare priorita’ al revamping degli impianti di essiccamento. Noi abbiamo precisato che, in base alle condizioni di mercato, ci sara’ un adeguamento del corrispettivo che sara’ da noi riconosciuto solo pere l’adeguamento degli impianti di essiccamento”. “In altre parole – conclude – se un’impresa perde tempo con le attivita’ di revamping e pensa di poter avere comunque l’adeguamento economico pensa male, perche’ non lo faremo”.
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