Castellammare di Stabia. “La Camorra è l’alibi della politica”. A dirlo è Pupetta Maresca, Lady Camorra che, a meno di un anno parla ai media di criminalità, giovani e politica. Dichiarazioni pesanti che si inseriscono nel dibattito pubblico tanto da far intervenire, oltre alla politica stessa, anche l’Arcivescovo di Sorrento – Castellammare di Stabia, Monsignor Francesco Alfano. Il Vescovo Alfano commenta le parole di Pupetta Maresca la quale sostiene che i giovani si avvicinino al mondo della criminalità organizzata perché non c’è lavoro, non ci sono prospettive. “La maggior parte delle persone che delinquono – dice – andrebbero a lavorare. Con le Terme fallite – prosegue – i negozi e le fabbriche che hanno chiuso un giovane purtroppo viene indirizzato verso la strada sbagliata”. Non la pensa così il Vescovo che ha risposto a Lady Camorra dicendo che “la Camorra non si combatte solo con il lavoro che non può rappresentare una giustificazione. Ci sono dei valori come la cultura e l’educazione che devono spingere le persone a non delinquere. Certo che – dice Alfano – il lavoro dovrebbe essere al primo punto nell’agenda della politica”. Intanto, sempre la scorsa settimana, il deputato Federico Conte ha presentato un’interrogazione parlamentare a risposta scritta indirizzata al Ministro dell’Interno Matteo Salvini per indagare sulle presunte ingerenze della Camorra a Palazzo Farnese. Anche Tonino Scala, consigliere comunale di Liberi e Uguali, durante il primo consiglio comunale aveva chiesto al sindaco Cimmino, che nulla ha a che fare con quella storia, di richiedere la commissione d’accesso in via preventiva per comprendere ciò che era accaduto. Il tutto al fine di fare chiarezza sulla vicenda che ha visto il sindaco Pannullo riferire in commissione antimafia nei giorni seguenti allo scioglimento anticipato del Consiglio Comunale a seguito di dimissioni contestuali della maggioranza dei consiglieri seduti a Palazzo Farnese. L’ex primo cittadino, dopo un’audizione in Commissione Antimafia “le cui attenzioni sulla città risalgono ad interrogazioni del 2005” – come sostiene l’ex fascia tricolore, e alla Dda di Napoli ritorna a parlare in un’intervista rilasciata ai colleghi di Stylo24.it. “Ritengo – dice – che sia doveroso far luce fino in fondo sui rapporti tra politica e criminalità organizzata nella nostra città, anche alla luce della interrogazione dell’onorevole Conte che ha ripreso le mie denunce e dichiarazioni alla Dda ed in Commissione Antimafia. Spesso tutto si è ridotto a qualche titolo di stampa, grazie a giornalisti coraggiosi, senza poi che ci fosse un prosieguo. Le attenzioni dell’Antimafia risalgono ad interrogazioni del 2005, si sono succeduti diversi scioglimenti alcuni dei quali hanno la stessa matrice, ed oggi coprire tutto con un nulla di fatto e con il lento trascorrere del tempo, penso sia profondamente immorale. Le mie denunce sono lì, con nomi, cognomi, fatti e circostanze. Che si faccia al più presto luce. Io la mia parte l’ho fatta senza paracadute, senza pensare alle conseguenze che avrebbe poi comportato anche la prematura fine del mio mandato. Agli autorevoli appelli di chi ci ha sollecitato a denunciare senza se e senza ma abbiamo risposto, adesso è ora che anche chi ha il dovere, non solo di ufficio, di indagare, dia le sue risposte non certo ad un ex sindaco ma ad una comunità che da anni attende di conoscere la verità”.
Articolo pubblicato il giorno 22 Ottobre 2018 - 20:16