Non la battuta di un operaio buontempone, bensi’ una indicazione di servizio. L’epigrafe trovata a Pompei su un muro di una casa all’epoca in fase di ristrutturazione e che con la sua data (ovvero il 17 ottobre) sembra spostare dal 24 agosto al 24 ottobre del 79 dC la data dell’eruzione che seppelli’ la cittadina romana, trova una nuova interpretazione nello studio di Giuia Ammannati, docente di paleografia latina alla Scuola Normale di Pisa, secondo la quale la scritta andrebbe letta “in olearia/ proma sumerunt”, vale a dire : “hanno preso nella dispensa olearia”.L’interpretazione della studiosa della Normale di Pisa e’ stata accolta con favore dal sito ufficiale degli Scavi di Pompei che l’ha rilanciata in un tweet. “Potrebbe senz’altro avere ragion la professoressa Ammannati – spiega all’ANSA il direttore generale del parco archeologico – anche io avevo notato che dopo SUMSERUNT (i.e. “sumpserunt”) qualcosa e’ stato cancellato, forse proprio il complemento oggetto retto da sumserunt, che puo’ voler dire “hanno preso” nel senso di ricevuto (un’entrata) o “hanno preso” nel senso di “prelevato”. Ora bisogna- aggiunge- scoprire la cella olealaria”. La parola mancante, ipotizza Osanna, potrebbe essere stata cancellata involontariamente negli stessi giorni nei quali era stata fatta la scritta. Per cercare di risolvere il mistero, anticipa, si fara’ ricorso ora ad una serie di analisi approfondite che si sono gia’ rivelate preziose in altre analoghe situazioni e che si spera possano aiutare per decriptare la parte cancellata dell’epigrafe. “Si tratta di analisi multispettrali che saranno immediatamente avviate – assicura Osanna – sono fiducioso, in altri casi hanno gia’ dato risultati straordinari”.
Articolo pubblicato il giorno 20 Ottobre 2018 - 16:22