Curate da Carlo Avvisati, scrittore e studioso di napoletanità, le traduzioni napoletane dei graffiti latini più belli e interessanti mai rinvenuti sui muri dell’antica città di Pompei durante quasi tre secoli di scavi. Il Parco archeologico di Pompei riprende a pubblicare queste traduzioni e lo fa con la frase ritrovata dipinta su un pilastro di una caupona situata accanto al Lupanare, nell’omonimo vicoletto: “Otiosis locus hic non est discede morator” ovvero “questo luogo non è per gli oziosi. Vattene, bighellone!” scrisse l’oste, avvertendo i perditempo che il suo locale non era a disposizione dei perditempo visto che i nullafacenti di Pompei sostavano nella sua osteria in attesa di poter racimolare cibo e danaro o anche solo per sentire e raccontare storie sulle prostitute o sui loro clienti. Fu dunque questo il motivo per cui l’ignoto gestore dell’attività fu costretto a scrivere, in bella vista, l’avvertimento minaccioso.
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