Gli “agganci” con alcuni politici che hanno fatto parte dell’amministrazione comunale di Santa Maria Capua Vetere e il legame, stretto, con diversi imprenditori disposti a pagare tangenti al clan pur di aggiudicarsi gli appalti banditi dal Comune sammaritano. Sono i due punti sui quali verte l’interrogatorio del boss pentito Nicola Schiavone, figlio di Francesco, detto “Sandokan”, depositato questa mattina dal pubblico ministero antimafia Maurizio Giordano durante una udienza dell’inchiesta ‘The Queen’ sulla presunta triangolazione tra politica, camorra e imprenditoria per il condizionamento di importanti appalti. L’interrogatorio e’ datato 21 settembre, 16 pagine di dichiarazioni, molte delle quali coperte da ‘omissis’, e altre composte da fotografie sottoposte al vaglio del collaboratore di giustizia. Poche le parole pronunciate dal pentito che riescono a filtrare. Quanto basta per riuscire a disegnare il perimetro dei racconti che il boss sta fornendo alla Dda. Nicola Schiavone spiega che il clan dei Casalesi ha avuto rapporti con esponenti della pubblica amministrazione di Santa Maria Capua per far si’ che imprese suggerite del clan riuscissero ad aggiudicarsi gli appalti. Ma, nelle poche righe rese pubbliche, non viene specificato a quale periodo temporale si riferisca, ne’ in che modo sia venuto a conoscenza di queste circostanze.
Articolo pubblicato il giorno 15 Ottobre 2018 - 20:04