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Pedofilia, sit in delle vittime: “Basta false promesse, stop agli abusi dei preti”

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Roma. Si è tenuto nei giardini di Castel Sant’Angelo l’annunciato sit in delle vittime dei preti pedofili annunciato nei giorni scorsi in concomitanza con il sinodo dei vescovi.  “Basta false promesse sulla tolleranza zero. Stop agli abusi dei preti”. Hanno chiesto una cinquantina di vittime italiane della pedofilia del clero questo pomeriggio in fondo a via della Conciliazione. Il sit in è stato promosso dall’associazione internazionale di vittime “Eca Ending clergy abuse” a cui è associata la onlus italiana Rete l’Abuso. Molte delle vittime che hanno inscenato la protesta con striscioni e foto dei preti abusatori sono ex alunni dell’istituto per sordomuti Antonio Provolo di Verona che chiedono “risarcimenti” per le violenze che hanno subito. Ma a Castel Sant’Angelo c’erano anche Alessandro Battaglia, la vittima di don Mauro Galli, il sacerdote della diocesi di Milano condannato il 20 settembre scorso a 6 anni e 4 mesi e, Arturo Borrelli, vittima del sacerdote della diocesi di Napoli, don Silverio Mura. Battaglia ha indossato una t-shirt con la scritta “Abusato da don Mauro Galli a quindici anni” e ha parlato abbracciato alla madre che a sua volta si è mostrata con indosso la scritta: “Mamma cattolica di una vittima di un prete”. “Vogliamo far riflettere soprattutto il Papa – ha spiegato Battaglia – deve mantenere le promesse sulla tolleranza zero non come nel mio caso. Io sono stato abusato nel 2011 a 15 anni nella parrocchia di Rozzano. Il prete in questione subito dopo essere stato denunciato dalla mia famiglia, due giorni dopo, è stato spostato dal vicario di zona che era il suo responsabile, monsignor Mario Delpini, ancora a contatto con i bambini a 20 km di distanza nella parrocchia di Legnano. Mons. Delpini è stato promosso arcivescovo dal Papa e adesso è qua al Sinodo dei giovani nominato come relatore “Sono stato abusato a 13 anni da don Silverio Mura – ha raccontato invece Borrelli -, una violenza che mi ha rovinato la vita. Adesso, dopo un servizio delle Iene, abbiamo scoperto che il prete stava in un paesino in montagna a 800 km da Napoli a insegnare Catechismo sotto falso nome. E’ stato chiaramente protetto dai vertici”. Ai giardini di Castel Sant’Angelo c’è stata anche la testimonianza di Giuseppe Consiglio, sordomuto, ex alunno dell’Istituto Fortunata Gresner di Verona collegato con il Provolo. “Questo prete non è stato condannato e vive ancora dentro l’istituto Provolo”.

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Articolo pubblicato il giorno 3 Ottobre 2018 - 19:15

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