Figli d’arte del crimine organizzavano gestivano la piazza di spaccio del quartiere Lamia a Pagani in stile Gomorra. Ma, all’alba di stamane, in dodici sono finiti in manette, sei in carcere e sei ai domiciliari, in un blitz dei carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore che hanno eseguito un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Salerno, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.
Secondo quanto scoperto dagli investigatori i novelli boss, tra i quali anche il figlio di Giuseppe Olivieri, alias Saccone, noto ras degli anni ’80, avevano il controllo totale di una zona del quartiere Lamia a Pagani dove avevano allestito la loro piazza di spaccio. I militari hanno anche eseguito 17 perquisizioni domiciliari e personali nei confronti dei partecipanti al sodalizio. Tra gli indagati anche due minorenni e tre nati nel 1999. Tra le persone coinvolte ci sono il figlio del boss defunto Peppe ‘Saccone’, Salvatore Olivieri di 38 anni (ritenuto promotore e organizzatore dell’associazione) e altre persone vicine al clan Fezza-Petrosino. Le indagini, coordinate inizialmente dalla Procura di Nocera Inferiore e successivamente dalla Dda di Salerno hanno preso il via a inizio 2017 e, in appena sei mesi, hanno permesso di documentare 92 episodi di spaccio di cocaina, crack e marijuana. La base operativa del gruppo era via Matteotti a Pagani, zona controllata con vedette per monitorare l’eventuale arrivo delle forze dell’ordine. Le comunicazioni del gruppo, inoltre, avvenivano con un linguaggio gergale. L’attività di spaccio iniziava intorno alle 16 e proseguiva fino alle 5 del mattino. “Prima avveniva la consegna del denaro, poi l’acquirente attendeva che gli venisse portata la sostanza stupefacente”, ha spiegato il procuratore facente funzioni Luca Masini, evidenziando l’organizzazione che si era data il gruppo criminale. “La droga veniva nascosta in anfratti nei pressi di alcuni cortili e non doveva mai essere sulla persona o nell’abitazione”. Il sodalizio criminale, inoltre, pur sospettando di essere controllato, aveva continuato la propria attività. In una circostanza, come spiegato dal sostituto procuratore della Dda, Vincenzo Senatore, “era stata distrutta una delle telecamere installate dalle forze dell’ordine per monitorare quanto avveniva nel quartiere Lamia”. Durante le perquisizioni i carabinieri hanno rinvenuto anche cospicue somme di denaro in contanti (tra i 4000 e i 6000 euro) che, secondo gli investigatori, rappresenterebbero un ulteriore elemento di riscontro dell’attività praticata dagli indagati.
A tutti gli indagati viene contestato il reato di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti. In totale, sono 26 le persone indagate. Per la posizione dei due under 18, il fascicolo è stato trasmesso anche alla procura presso il tribunale per i minorenni di Salerno. In sei mesi, i carabinieri della tenenza di Pagani, grazie agli audio delle intercettazioni e alle immagini di due telecamere di sorveglianza installate in via Matteotti, nel quartiere Lamia, sono riusciti a documentare 92 episodi di cessione di droga come crack, marijuana e cocaina.
Gli indagati
In carcere sei persone
Alfonso Belluno, 25 anni
Ciro Califano, 32 anni
Salvatore De Maio, 40 anni
Salvatore Olivieri, 38 anni
Ivan Pepe, 45 anni
Vincenzo Pepe, 32 anni
DOMICILIARI
Francesco Cacace, 23 anni
Giuliano Cacace, 49 anni
Roberto Califato, 25 anni
Francesco Martigiano, 61 anni
Giuseppe Pepe, 40 anni
Carmine Ursolino, 22 anni
Articolo pubblicato il giorno 30 Ottobre 2018 - 19:45