Napoli. Nel corso di un servizio di perlustrazione e repressione del contrabbando all’interno del porto di Napoli, qualche giorno fa, nel percorrere il molo del Carmine, i finanzieri sentivano delle disperate grida di aiuto provenire dallo specchio d’acqua prospiciente i cantieri del Mediterraneo. Dopo un’attenta attività di perlustrazione lungo le banchine del citato cantiere, resa più difficile dalla presenza di alcune navi all’ormeggio che non permettevano una buona visuale, i finanzieri avvistavano la sagoma di un uomo in acqua, in evidente difficoltà, a circa 5 metri di distanza dalla banchina, riuscendo a trarlo in salvo, issandolo sul molo, mediante una corda lanciata in acqua dai militari. Prestati i primi soccorsi, il soggetto riferiva di essere stato colto da malore improvviso mentre era intento alla pesca sportiva subacquea in apnea. Lo stesso, colpito da dolore addominale acuto, veniva condotto presso il pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria di Loreto nuovo per le prime cure e gli accertamenti del caso. Lo stesso veniva identificato in B.F., cittadino napoletano di 26 anni, che verosimilmente si era calato nello specchio d’acqua del bacino portuale per effettuare una battuta di pesca. La prontezza e la determinazione dimostrata dagli operanti ha consentito di evitare una tragedia che già in passato ha visto protagonisti pescatori di frodo che si avventurano nelle pericolose acque del porto di Napoli.
Articolo pubblicato il giorno 19 Ottobre 2018 - 11:19 / di Cronache della Campania