Il Centro Operativo DIA di Napoli ha eseguito un provvedimento di confisca di beni emesso, su proposta del Direttore della DIA, da quel Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione – nei confronti dei fratelli Candurro, Giuseppe e Vincenzo, esponenti di vertice del sodalizio criminoso del โclan MISSOโ, storico gruppo camorristico capeggiato da MISSO Giuseppe, giร radicato ed egemone nel quartiere Sanitร che, a partire dagli anni โ80 e fino al 2000, ha determinato le strategie e gli assetti criminali di Napoli.
Le indagini, che hanno preso avvio dallโanalisi di operazioni finanziarie sospette e che sono state comprovate anche dalle risultanze emerse da una โRogatoria Internazionaleโ con acquisizione di documentazione bancaria presso Istituti Bancari Elvetici, hanno confermato come Vincenzo Candurro, detto โEnzo ‘o barbiereโ (in quanto titolare, in passato, di una barberia nel centro storico di Napoli), sia diventato, nel tempo, il cassiere e uomo di fiducia del citato boss (a conforto di ciรฒ, anche una condanna a suo carico per il delitto previsto dallโart. 416 bis c.p.), mentre il fratello Giuseppe si sia, invece, occupato, sempre per conto del clan MISSO, del reimpiego in attivitร economiche di denaro di provenienza illecita (per tale ragione, indiziato per il delitto previsto dallโart. 648 ter c.p.).
Lโodierna operazione ha portato alla confisca di 17 unitร immobiliari, 7 societร (di cui 3 con confisca dellโintero patrimonio aziendale), 1 rivendita di tabacchi e valori bollati (sita nella provincia di Salerno), 8 auto/motoveicoli, 16 depositi bancari (di cui due in essere nella Repubblica di San Marino) e 6 polizze assicurative per un valore di oltre 9 milioni di euro.
Articolo pubblicato il giorno 10 Ottobre 2018 - 07:40