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Napoli, indagine sulla caduta mortale di Tore ‘o blindato: il fedelissimo del boss fuggiva dopo una stesa a San Giovanni

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Napoli. Ufficialmente è morto per le ferite riportate a causa di un incidente stradale. Ma per gli investigatori dietro la morte, avvenuta la scorsa settimana, di Salvatore Ventura, pregiudicato di 51 anni detto tore ‘o blindat e uomo di fiducia del boss salvatore D’Amico o’ pirata ci sarebbe qualcosa altro. Ventura infatti fuggiva in sella a uno scooter nel corso di una stesa. Era in sella a uno scooter di grossa cilindrata ed era senza casco. Aveva battuto violentemente la testa. Era stato ricoverato al san Giovanni Bosco. Non si è mai ripreso.  I magistrati hanno ordinato l’autopsia. E solo stamani si sono svolti i funerali. La vittima non era un affiliato qualunque del clan D’Amico. Era intimo del boss. Negli ultimi tempi si era spostato su San Giorgio a Cremano con Umberto D’Amico o’ luongo. Gli investigatori stanno indagando per capire se la caduta sia stata determinata dalla fuga durante una stesa a cui stava partecipando o se fuggiva dopo aver sentito i colpi perché a luglio era scampato a un agguato nel corso del quale rimase ferito alle gambe. Era il 23 luglio, e Ventura fu vittima di un agguato avvenuto in vico detto Emanuele nei pressi di un circolo ricreativo. In quell’occasione furono ritrovati diversi fori in alcune serrande della zona. L’ultimo suo arresto risale al maggio del 2012. Fu fermato dagli agenti della Mobile di Napoli insieme con Giovanni Salomone, cognato dei fratelli D’Amico, e una terza persona. Nell’auto fu trovato un revolver Smith & Wesson e alcune cartucce.


Articolo pubblicato il giorno 5 Ottobre 2018 - 20:45

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