Napoli. Se le indagini confermeranno il quadro probatorio fin qui raccolto nei confronti del 17enne M. E. figlio di uno dei boss della droga del clan Elia del Pallonetto di Santa Lucia, significa che probabilmente si è di fronte a giovane senza scrupoli e per il quale la vita altrui vale quanto la pallottola di una pistola. Perchè uno che a 17 anni spara a due mani e con due pistole significa che è qualcosa più di un aspirante boss dello spaccio. Il giovane raggiunto in carcere oggi da un’ordinanza della Procura per i Minori di Napoli, su indagini della Squadra Mobile, perchè accusato del tentato omicidio di Giuseppe Iaselli avvenuto lo scorso 13 maggio in piazza Trieste e Trento è lo stesso che meno di un mese dopo si mette in taxi alle 4,30 del mattino e va a Coroglio a difendere un amico più grande di lui. Si arma e spara, spara e questa volta uccide un giovane che aveva avuto come unica colpa quella di aver difeso una ragazza maltrattata dall’amico del minorenne M.E. La vittima si chiamava Agostino Di Fiore, un 28enne di Secondigliano morto perchè il giovane dal grilletto facile gli aveva esploso contro due proiettili e non lasciandogli scampo. La vittima aveva avuto una scazzottata con Francesco Esposito, anch’egli in carcere, al termine di una serata in una discoteca di Coroglio. Era stato Esposito a chiamare al cellulare l’amico e a chiedergli di soccorrerlo. Lui arrivo’ sul posto in taxi e il resto della vicenda è già consegnata agli annali della cronaca nera. Era la notte tra il 10 e l’11 giugno scorso e il ragazzo minorenne, era tra indagati intercettati nell’ambito dell’indagjne proprio sul tentativo di uccidere Giuseppe Iaselli in piazza Trieste e Trento e cosi’ il giorno dopo lo arrestarono. Le indagini, supportate da intercettazioni telefoniche e ambientali e dalle immagini di alcuni sistemi di videosorveglianza di negozi ubicati sul luogo dell’evento, hanno consentito di individuare con certezza uno degli autori del tentato omicidio di Iaselli. Dalla visione delle telecamere si notano sopraggiungere in Piazza Trieste e Trento, in sella a uno scooter proveniente dalla vicina Prefettura, due giovani senza casco, i quali, giunti in prossimità della vittima prescelta, si fermano e, in particolare, mentre il conducente resta in attesa con il motore acceso e lo scooter rivolto verso la via di fuga, il passeggero, armato di una pistola per ciascuna mano, solleva entrambe le braccia e fa fuoco, esplodendo, contemporaneamente, più colpi da entrambe le pistole impugnate, all’altezza del torace di Iaselli Giuseppe, il quale trovava rifugio in una Fiat 500, di colore scuro, parcheggiata in zona. Accanto alla vettura e in tutta la zona, nonostante l’ora tarda, vi erano numerosissimi altri giovani, costretti, loro malgrado, ad assistere all’esecuzione particolarmente efferata del delitto, con evidente pericolo anche per la loro incolumità. Secondo la ricostruzione degli investigatori, il movente potrebbe essere riconducibile ad un contrasto tra organizzazioni criminali, operanti nel quartiere “Pallonetto a S.Lucia” e quella dei Quartieri Spagnoli, per la gestione della commercializzazione della sostanza stupefacente. da una parte gli Elia e dall’altra i Saltalamacchia
ai quali Iaselli risulta legato. Sono in corso approfondimenti investigativi per la definizione della posizione del complice del minorenne destinatario della misura in IPM.Dopo una sconfitta con l'Atalanta e un pareggio sofferto con l'Inter, il Napoli ritrova il… Leggi tutto
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