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Napoli, Climeni era uomo dei Licciardi: che succede a Secondigliano?

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L’omicidio di Francesco Climeni, uno dei pezzi da ‘novanta’ del clan Licciardi della Masseria Cardone, trovato crivellato di proiettili nella sua Smart on via Altair apre scenari inquietanti anche per gli investigatori. L’agguato in cui e’ stato ucciso l’uomo  é avvenuto in una strada che porta a un parco pubblico; si trova nel cuore del territorio controllato fino ai primi anni 2000 dal clan Di Lauro, che con il tempo si sono indeboliti dopo arresti e condanne, e dopo la scissione degli Amato-Pagano, che diede vita alla cosiddetta prima faida di Secondigliano con piu’ di 80 morti in pochi mesi. Il corpo senza vita era in una Smart e ad avvisare la polizia é stato un passante che ha visto il cadavere.Francesco Climeni, pregiudicato di 55 anni, in passato legato al clan Licciardi della Masseria Cardone, uno dei piu’ potenti dell’area Nord di Napoli e a capo della cosiddetta Alleanza di Secondigliano. Potrebbe trattarsi di una punizione per uno sgarro nell’ambito di traffici di droga che nella zona sono il maggior introito per tutte le cosche che controllano l’area. In particolare per gli Amato, i Pagano, la Vanella Grassi, gli Abete-Abbinante e i Di Lauro. La zona tra Secondigliano e Scampia é ancora un’area tra le più fruttuose per quanto riguarda il traffico di sostanze stupefacenti.

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Era stato condannato in primo grado per associazione camorristica la aveva potuto lasciare il carcere per decorrenza dei termini della custodia cautelare. Sarebbe trascorso troppo tempo tra il primo e il secondo grado di giudizio. Il 20 giugno del 2012, la quarta sezione penale del tribunale di Napoli aveva emesso la sentenza di condanna a otto anni di reclusione per associazione camorristica. Ma le Le motivazioni della sentenza di condanna  erano state depositate a dicembre 2012, dopo la richiesta di proroga del termine iniziale di 90 giorni chiesta dal collegio in considerazione della complessità del procedimento. Poi si è dovuta attendere la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello. E così su richiesta degli avvocati  Climeni era potuto tornare in libertà. ma  Questa sera insieme alla sua libertà è finita anche la sua vitta sotto i colpi di sei proiettili.


Articolo pubblicato il giorno 24 Ottobre 2018 - 16:08

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