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‘Mi puntò la pistola in faccia’ le accuse contro Raffaella Verde, la nipote del ‘negus’ accusata di rapina

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“Ricordo solo una pistola puntata in faccia, ho detto alla mia collega di aiutarmi, poi il nulla. Sono passati due anni ma non riesco a togliermi quell’immagine dalla mente”. E’ la testimonianza resa stamattina da una delle commesse della gioielleria “Castoro” di piazza Risorgimento, a Torino, rapinata il 19 aprile 2016 da una donna ripresa dalle videocamere di sorveglianza. Per quell’episodio, dopo mesi di indagini, la polizia ha arrestato Raffaella Verde, 43 anni, appartenente al clan camorristico dei Verde. Stamattina a Torino si e’ aperto il processo nei confronti della donna, che avrebbe agito a volto scoperto e armata di pistola, portando via con l’aiuto di un complice preziosi per 15 mila euro. Raffaella Verde e’ la figlia del boss Domenico Verde e nipote del piu’ noto Francesco Verde, conosciuto come “Il Negus”, capo dell’omonimo clan, ucciso insieme al marito della donna durante la sanguinosa guerra di camorra per il controllo del territorio, che sin dagli anni Ottanta ha visto contrapposti i clan camorristici dei Verde e dei Ranucci-Puca. La donna, con diversi precedenti alle spalle, era sottoposta all’obbligo di presentazione, a giorni alterni, alla stazione dei carabinieri di Cesa, in provincia di Caserta. Un sistema che – come sostiene l’accusa – le avrebbe consentito di partire per Torino e commettere il reato con l’aiuto del complice.


Articolo pubblicato il giorno 11 Ottobre 2018 - 18:10
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