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Maxi sequestro a Di Nardi: sotto chiave case, negozi e conti correnti per 4 milioni

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La Guardia di Finanza non molla la presa sull’imprenditore casertano Alberto Di Nardi. Sono stati sequestrati in queste ore altri beni (case, negozi e conti correnti) per un valore complessivo di 4 milioni di euro nei confronti dell’ex manager della Dhi, la società che si occupa della raccolta rifiuti in diversi comuni della provincia di Caserta. Di Nardi è stato l’imprenditore che ha permesso con le sue dichiarazioni di svelare i rapporti corruttivi esistenti tra alcuni imprenditori, sindaci e funzionari pubblici.

PUBBLICITA

Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Caserta ha completato l’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo di beni per oltre 4 milioni di euro emesso dal G.1.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – su richiesta di questa Procura – avente per oggetto disponibilità finanziarie della “OHI DI NARDI HOLDING INDUSTRIALE S.p.A.”, esercente l’attività di “raccolta dei rifiuti solidi non pericolosi” con sede in Pastorano, nonché il patrimonio personale dei rappresentanti legali pro-tempore. L’adozione della presente misura cautelare, che fa seguito ad altri due sequestri operati nel 2017, sempre nei confronti della medesima società per precedenti analoghi reati tributari, è intervenuta a seguito dell’esecuzione di specifiche indagini delegate alla Guardia di Finanza, che hanno consentito di accertare che la società aveva omesso il prescritto versamento di ritenute fiscali certificate nonché dell’IVA anche per gli anni di imposta dal 2014 al 2016, in attuazione di un disegno criminoso che ha determinato nel tempo un’ingente evasione fiscale. Considerato l’elevato valore indiziario degli elementi raccolti nel corso dell’attività investigativa, questa Procura -in virtù della normativa che prevede la possibilità di applicazione della “confisca per equivalente”- ha quindi nuovamente avanzato richiesta di sequestro dei beni fino all’ammontare delle imposte evase, al fine di inibire il consolidamento del vantaggio economico derivante dall’evasione. Da ultimo, il G.I.P., aderendo alla predetta richiesta, ha disposto il sequestro preventivo delle disponibilità liquide della società e, per equivalente, dei beni nella disponibilità del suoi amministratori pro-tempore fino al valore delle imposte complessivamente evase (tra la parte di ritenute IRPEF operate in capo ai dipendenti e l’IVA a debito della società poi non versate) stimato in oltre 4 milioni di euro.

Nel corso dell’esecuzione del predetto decreto sono state inizialmente sequestrate le risorse finanziarie liquide presenti nei conti bancari societari per oltre 380.000 euro e successivamente sono stati aggrediti i beni personali degli indagati. In particolare nei confronti di DI NARDI Alberto (cl. 1980) – rappresentante legale della “OHI DI NARDI HOLDING INDUSTRIALE S.p.A.” fino al 7 marzo 2016 – sono stati sequestrati anche i beni immobili che lo stesso aveva conferito nel 2015 nel trust “BLACK HOLE”, avente quale beneficiario il proprio figlio e quale trustee (ossia amministratore del trust) il Presidente del Collegio Sindacale della OHI DI NARDI HOLDING INDUSTRIALE S.p.A.. In particolare, gli accertamenti effettuati dalla Guardia di Finanza hanno consentito di dimostrare un evidente abuso dello strumento giuridico del trust, atteso- che i beni conferiti sono rimasti comunque nella disponibilità di fatto del settlor (disponente) DI NARDI, che in questo modo aveva solo formalmente trasferito nel trust i beni personali con l’evidente scopo di schermare, mediante un soggetto interposto, il suo patrimonio proprio al fine di eludere l’esecuzione delle misure cautelari reali che avrebbero potuto essere emesse a suo carico a fronte dei reati tributari per cui era stato ed è tutt’ora indagato.
La GdF ha altresì sequestrato i beni nella disponibilità dei rappresentanti legali che sono subentrati a DI NARDI Alberto, ovvero di LAGNESE Pasquale, cl. 81, (con riferimento al periodo di imposta 2015) e di DI NARDI Alessandro, cl. 52, padre di Alberto (con riferimento al periodo di imposta 2016). Pertanto, sulla base di tale provvedimento, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Caserta ha sottoposto a vincolo cautelare tre appartamenti, un !oc-aie commerciale, un ufficio, un’autovettura, pacchetti azionari di due società e rapporti finanziari per un valore complessivo di oltre 1.800.000 euro. Gli esiti della presente attività d’indagine costituiscono l’ennesima testimonianza del costante presidio economico-finanziario esercitato dalla Procura, in stretta sinergia con il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta, per la repressione del grave fenomeno dell’evasione fiscale e per l’individuazione dei patrimoni schermati e occultati al fisco e alla giustizia, attraverso anche la disarticolazione e l’annullamento degli strumenti giuridici utilizzati fraudolentemente per l’elusione delle conseguenti azioni ablatorie.


Articolo pubblicato il giorno 24 Ottobre 2018 - 18:27

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