Caserta. Morì a causa di un mesotelioma provocato dall’esposizione all’amianto sulle navi della marina militare: il giudice riconosce lo status di vittima del dovere e risarcisce la famiglia che si era rivolta all’associazione Controamianto. La vittima è un ex sottufficiale della Marina militare deceduto a settant’anni per mesotelioma pleurico, il tumore di certezza correlato all’amianto, era stato imbarcato per sei anni su diverse navi militari. Giovane napoletano agli inizi degli anni ’60 aveva scelto di arruolarsi in Marina Militare partecipando al corso di Sottocapo della Marina alla base navale di Taranto, dopo cinquant’anni la scoperta del tumore. Congedatosi dalla Marina si era trasferito con moglie e figli a Caserta dove dopo una lunga e dolorosa malattia è deceduto nel 2015. La famiglia dopo il lutto si era rivolta all’associazione Contramianto per ottenere un giusto riconoscimento per quella morte. A tre anni dal decesso causato dall’amianto gli eredi saranno risarciti. Contramianto dopo un difficile iter amministrativo ha ottenuto per quel marinaio lo status di vittima del dovere. Alla famiglia, tra riconoscimento ed arretrati, andranno complessivamente 300.000 euro oltre un vitalizio a vita di 1800 euro mensili per la vedova ed i famigliari aventi diritto. Una storia di mare e di amianto quella ricostruita da Contramianto per l’ennesima vittima che accresce il numero dei casi registrati per patologie abesto-correlate in Marina Militare. Sottufficile elettricista arruolato agli inizi degli anni 60 frequentò le Scuole CEMM Marina Militare di Taranto. Imbarcato su diversi incrociatori compì numerose missioni all’estero della marina militare partecipando anche alla navigazione a bordo di Nave Garibaldi negli USA. Marinaio volontario della Marina Militare per oltre sei anni venendo esposto all’amianto a bordo delle navi tutte coibentate con le fibre cancerogene. Una carriera militare che è stata fatale per l’insorgenza della malattia mortale. Contramianto ha già riferito in Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulle morti e malattie causate dall’amianto in Marina Militare rappresentando l’enormità dei casi registrati. A livello nazionale nel periodo 1997-2012 sono stati registrati 653 mesotelioma tra il personale civile della marina, marinai e macchinisti navali, complessivamente i tumori polmonari e alla trachea e laringe sono stati 1123. Contramianto negli ultimi vent’anni di attività associativa ha censito tra i propri assistiti 310 casi di patologie asbesto correlate, operai diretti, indotto e Militari Marina. Situazione che Contramianto ha già portato all’attenzione della Procura di Padova che ha competenza nazionale sull’intera questione amianto e Marina Militare. Nella casistica Contramianto sono riportati in archivio per Marina Militare 172 tumori provocati dall’amianto, di questi 92 sono mesotelioma gli altri 80 cancro polmonare, alla laringe e al rene, una escalation inarrestabile con la conta quotidiana delle morti. Ormai è ampiamente dimostrato che l’amianto imbottiva le navi militari e che veniva utilizzato e lavorato. Ad oggi risultano esservi state 437 unità della Marina militare contaminate con amianto, 328 navi, 29 rimorchiatori, 26 sommergibili. Ancora nel 2012 vi erano 155 navi e sommergibili con presenza di amianto o interessate da bonifica amianto. Secondo quanto riferito in atti parlamentari in Marina Militare sino al 1994 sono stati 30.000 i dipendenti civili e militari esposti all’amianto. Le tonnellate di amianto usate a bordo del naviglio militare che hanno rivestito caldaie e tubolature di navi e sommergibili e che sono servite per guarnizioni, isolamento dei locali e protezione dal fuoco di munizioni e armi hanno rappresentato una fonte di grande pericolo per la salute dei lavoratori civili e militari che hanno maneggiato l’amianto nelle manutenzioni.
Articolo pubblicato il giorno 1 Ottobre 2018 - 09:31