“Nonostante le parole rassicuranti del vicepremier Luigi Di Maio, secondo il quale nel Decreto Genova non c’è nessuna sanatoria per Ischia, il condono edilizio esiste – dichiara il presidente di Legambiente Stefano Ciafani -. Basta leggere l’articolo 25 dove si prevede una sanatoria tombale per l’isola campana secondo la quale si devono concludere i procedimenti ancora pendenti per gli immobili distrutti o danneggiati dal sisma del 2017, facendo riferimento alle sole disposizioni del primo condono, ossia la legge 47/1985 approvato dal governo Craxi. Una norma che consentirebbe di sanare edifici che perfino i due condoni approvati successivamente dai governi Berlusconi nel 1994 e 2003 vietavano, proprio perché posti in aree pericolose da un punto di vista idrogeologico e sismico, oltre che vincolate paesaggisticamente. L’emendamento poi all’articolo 25 della scorsa notte a firma M5s e Lega (Rospi e Di Muro), è un imbroglio, perché non modifica il testo ma aggiunge un passaggio, il nulla osta paesaggistico, già previsto e obbligatorio nella normativa del 1985, e conferma anche i contributi pubblici per gli edifici abusivi, escludendoli solo per gli aumenti di cubatura. Quindi il condono resta a tutti gli effetti. A Di Maio e ai parlamentari M5s chiediamo di modificare il provvedimento cancellando questa norma salva abusi, perché se per la Lega non sarebbe una novità, visto che ne ha già approvati due nelle scorse legislature, lo troveremmo quanto meno imbarazzante per il Movimento 5 Stelle, arrivato in pochi anni al governo del Paese urlando nelle piazze di tutta Italia lo slogan ‘onestà, onestà’”.
Sul tema della ricostruzione, prevedere la chiusura delle pratiche di condono giacenti sull’Isola entro un tempo massimo di sei mesi – ribadisce l’associazione ambientalista – è un obiettivo condivisibile. Ma per Legambiente è fondamentale che ogni istanza venga valutata in base alla legge ai sensi della quale è stata presentata. Stabilire incomprensibilmente che tutte le pratiche debbano essere evase con l’esclusiva applicazione della legge 47/1985” significa sanare anche abusi edilizi che oggi sono insanabili ai sensi dei due condoni successivi. Per questo l’associazione ambientalista invita tutti i parlamentari a un atto di responsabilità abrogando le parole della parte finale del comma 1 dell’articolo 25 (“Per la definizione delle istanze di cui al presente articolo, trovano esclusiva applicazione le disposizioni di cui ai Capi IV e V della legge 28 febbraio 1985, n. 47”) che costituisce quella sanatoria tombale che certamente domani potrebbe essere estesa a tutta Italia, come è stato già proposto anche per le aree del cratere del terremoto del Centro Italia. Se non ciò non avvenisse, il 2018 passerà alla storia come l’anno del condono edilizio del M5S, dopo quello del 1985 dell’esecutivo Craxi e i due approvati da Berlusconi nel 1994 e 2003.
“I condoni – conclude Ciafani – premiano sempre i cittadini furbi a scapito di quelli che invece hanno rispettato la legge. La strada da percorrere è un’altra. Per chiudere finalmente le procedure di sanatoria ancora incredibilmente aperte, con 26mila domande nei tre Comuni dell’Isola, occorre dare strumenti alle amministrazioni locali, non eliminando ogni criterio previsto dalle leggi in vigore al momento in cui le domande di sanatoria sono state presentate, e affidando al Commissario straordinario per la ricostruzione a Ischia i poteri e le risorse per portare avanti le ordinanze di demolizioni mai eseguite”.
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