La mostra “Le macchine della Musica – Storie di Jazz in Campania” allestita al Palazzo dell’Orologio di Pomigliano d’Arco (NA), visitabile da mercoledì 10 ottobre fino a lunedì 29 ottobre, si articola in tre momenti fondamentali che ripercorrono le grandi tappe della storia del Jazz attraverso le “macchine della musica” e il rapporto creato, in oltre vent’anni, attraverso il festival Pomigliano Jazz, tra il territorio vesuviano e la musica afroamericana.
Intorno alla mostra sono collegati vari momenti artistici e didattici, dai concerti di grandi star del jazz al Teatro Gloria – la spagnola Andrea Motis in apertura (il 10) e la all star band Aziza, con Dave Holland, Chris Potter, Eric Harland e Kevin Eubanks in chiusura (il 29) – ai laboratori creativi e i seminari di guida all’ascolto del jazz. Dagli spettacoli per bambini a cura de I Teatrini al recital di Giancarlo Giannini con Marco Zurzolo quartet, dai dj set con Nicola Conte e Dj Spiral agli incontri con giornalisti, artisti e musicisti fino alle presentazioni di libri e cd.
Le macchine della musica è il cuore della prima grande sezione, allestita nell’Aula Magna (pianterreno): una selezione di circa 200 oggetti, tra apparecchi sonori, dischi, copertine di album, artworks e tanto altro ancora. Un percorso suddiviso in 6 sotto-sezioni (Le origini/ L’era elettrica/ L’età della radio/ Hi-Fi & design/ Sound Center/ La musica digitale) che ripercorre la storia dell’evoluzione di macchinari e tecnologie, fino ad oggi – dal fonografo al grammofono, dalla radio al magnetofono, dal compact disc all’iPad – fino a gettare uno sguardo verso il futuro; accogliendo una preziosa raccolta di fonoriproduttori, nonché strutture dotate di innovativi impianti di riproduzione sonora. Un secolo di macchine che – dal juke-box alla radio, dagli Hi-Fi alle autoradio – hanno segnato anche altrettanti momenti del costume.
Storie di jazz collega il pianterreno al primo piano: è una sintesi della grande “mostra-in-costruzione” che, arricchendosi di anno in anno, attinge all’archivio documentale e digitale della Fondazione Pomigliano Jazz per raccontare le iniziative più significative a partire dal 1996 (prima edizione del festival). Il percorso riprende una selezione di Cover art & jazz, copertine originali realizzate da grandi fotografi per album jazz (in particolare degli anni ’60 e ’70, ma non solo) con opere di famosi creativi come Warhol, Stone Martin, Dalì, Turner, Crepax, Turner, Atkins, Naito, Holmgren e tanti altri. Una selezione fotografica di Reinhold Kohl tratta dal lavoro artistico e di documentazione del 2005, che oltre a riprendere concerti e musicisti racconta con curiosità tutte le attività, e la vita, che ruota intorno a Pomigliano Jazz. Il racconto di Storie di Jazz si articola in sei sezioni (This is the end?/ Jazz fever/ The Giants/ Return wave/ Vesuvius/ Napolitans) che sintetizzano altrettanti momenti fondamentali dell’esperienza di Pomigliano Jazz, dalla nascita del festival come “trasformazione” dell’energia di una stagione industriale tramontata, alle leggende viventi del jazz internazionale, dalle tante attività del festival (guide all’ascolto, laboratori scolastici) alla nuova formula itinerante, intorno al Vesuvio, fino all’esperienza dell’Orchestra Napoletana di Jazz.
L’arte che suona è il tema che caratterizza la “Sala della volta” (primo piano), dove si conclude il percorso della mostra, con incontri, workshop e le guide all’ascolto. La contaminazione che caratterizza Pomigliano Jazz prende forma e colori in una vivace selezione di artwork, disegni, fotografie, manifesti, gigantografie, nonché vere e proprie opere d’autore – tra gli altri, di Fermariello, Dalisi, Taiuti, Kohl, Esposito, Ravo – realizzate nel corso delle precedenti edizioni del festival. A Bao A Qu è infine il progetto dedicato ai più piccoli, ispirato alle suggestioni del “Manuale di zoologia fantastica” di Jorge Luis Borges, con letture, colori, disegni e musica, che si mescolano in un vortice di sfumature fantastiche.
Articolo pubblicato il giorno 8 Ottobre 2018 - 12:33