L’arte di presentare bene sé stessi è quella che viene definita dagli esperti personal branding: curare la propria presenza e professionalità come se fossimo un brand.
In sostanza si tratta di una vera e propria strategia per posizionarsi all’interno di un determinato settore professionale, definendo un’identità precisa e distintiva con dei valori coerenti che comunichino al meglio il nostro valore.
Tra i vari strumenti strategici che rientrano in questa categoria troviamo il portfolio: una sorta di evoluzione del biglietto da visita in grado di valorizzare la propria expertise professionale. Vediamo allora come crearne uno davvero efficace e che lasci il segno.
Chi e perchè deve creare un portfolio
Un portfolio è una raccolta dei progetti più caratterizzanti e ben riusciti del lavoro di un professionista o del percorso formativo di uno studente. Per questo motivo è uno strumento strategico di personal branding per chi è alla ricerca di un lavoro o desidera cambiare quello attuale, per un professionista che vuole espandere la propria clientela ma anche per un neolaureato in cerca della sua prima occupazione. In quest’ultimo caso specifico il portfolio si comporrà prevalentemente di project work svolti durante gli studi e progetti personali.
Un portfolio ben realizzato consente di mostrare i lavori in modo professionale, di farsi conoscere e di raccogliere in un unico punto tutte le informazioni salienti. Il portfolio può diventare quindi un biglietto da visita e rappresentare una sorta di vetrina, dove è importante scegliere con cura cosa esporre.
Come selezionare e presentare i progetti all’interno del portfolio
Il primo criterio per scegliere i progetti da inserire nel portfolio è la soddisfazione legata al risultato del lavoro svolto: immaginando il portfolio come il racconto di uno spaccato di vita professionale e delle proprie competenze, ogni lavoro deve trasmettere qualcosa di cui si va fieri e che rispecchi la propria visione lavorativa.
Se il risultato finale si discosta da questi criteri diventerebbe complicato parlarne in modo positivo di fronte ad un futuro datore di lavoro o cliente. Vanno poi selezionati solo i progetti funzionali al tipo di lavoro che si desidera svolgere e al tipo di cliente che si vuole attrarre: inutile dare particolare peso a competenze che si posseggono ma che, magari per motivi legati alla crescita professionale, non si intende più coltivare.
Anche un portfolio ben organizzato rappresenta un valore aggiunto per chi lo sfoglia: a seconda delle professioni, raggruppare i lavori per tipologia, settore merceologico o tecnica utilizzata può aiutare a fare ordine.
Per una presentazione efficace, è consigliabile evitare un portfolio di sole immagini, o viceversa un portfolio troppo scritto; inoltre è utile fornire un contesto per ogni progetto, per spiegarlo e valorizzarlo al meglio.
Online VS Offiline: due versioni di portfolio a confronto
Portfolio digitale o portfolio stampato? Sicuramente il portfolio online, complice la visibilità che si ha in rete, consente di mostrare il proprio lavoro ad un pubblico più ampio, che unito alla possibilità di aggiornamento frequente costituiscono un importante plus.
Allo stesso tempo, quando ci si presenta per un colloquio di lavoro o si incontra un potenziale cliente fa sempre effetto portare con sé un portfolio cartaceo e ben presentato all’interno di cartelle portadocumenti, che si possono stampare e soprattutto personalizzare anche online, in modo da renderle coerenti con il resto dei nostri materiali.
Il dilemma tra portfolio online e offline è solo apparente, perché non sono mutuamente esclusivi: adottare entrambe le possibilità può rappresentare una marcia in più, la versione online per farsi trovare e coltivare i contatti in rete, il portfolio stampato per stupire l’interlocutore durante il primo incontro face to face.
Articolo pubblicato il giorno 30 Ottobre 2018 - 11:01