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Il rogo di Marcianise, 3 esplosioni: “Molotov con innesco” e la fidejussione rilasciata alla Regione non è stata mai attivata

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Marcianise. Si indaga sull’incendio scoppiato venerdì scorso nell’azienda che si occupa dello stoccaggio e recupero di rifiuti. Sono andate in fumo diverse tonnellate di rifiuti stoccate in un’area di 3000 metri quadrati, soprattutto plastica e residui di legno. Ancora non si conoscono i dati sull’inquinamento provocati dalla nuvola di fumo che si è sprigionata dopo l’incendio scoppiato intorno alle 5,20 di venerdì mattina. “L’Arpac – dice il sindaco Antonello Velardi – fornirà i dati non prima di qualche giorno. Per cui non ho potuto prendere alcun provvedimento sia per le scuole che per l’ospedale, ma ho potuto solo dare consigli di buon senso ai miei concittadini”. E’ stato proprio il sindaco a dire senza mezzi termini che l’incendio era sicuramente di natura dolosa.Il racconto di un testimone, le cui dichiarazioni sono state raccolte anche dai finanzieri del capitano Gennaro Colarusso, confermerebbero la natura dolosa dell’incendio. “Prima che scoppiasse l’incendio si sono udite almeno tre botti. Presumibilmente erano delle bottiglie molotov con innesco. Sono passati da dietro perché davanti c’è la vigilanza a presidiare l’ingresso”.All’ingresso, infatti, stazionava l’auto con un vigilante dentro (dal giorno del sequestro la vigilanza viene effettuata solo all’esterno h24) e l’ingresso era ancora sigillato quando sono arrivati i pompieri. All’interno dell’azienda c’è un sistema di sorveglianza con videocamere. Il materiale è stato sequestrato immediatamente dai finanzieri per visionare eventuali intrusioni. Se nessuno ha manomesso i filmati, le immagini dovrebbero contenere quello che è successo nella Lea dal giorno dell’incendio fino ad un mese indietro.

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E intanto scoppia la polemica tra il Comune di Marcianise e la Regione Campania. “Dopo aver chiuso con un’ordinanza l’estate scorsa lo stabilimento fuorilegge – spiega il sindaco Velardi – ci siamo preoccupati di quello che sarebbe potuto accadere (e poi davvero è accaduto). Nell’ordinanza avevamo dato un congruo tempo a questi scellerati per rimuovere i rifiuti. L’ordinanza prevedeva il blocco dell’attività e la rimozione di tutti i rifiuti, con prescrizioni chiare. L’azienda ha successivamente scritto affermando di non farcela a smaltire la monnezza nei tempi imposti. Al nostro no, l’azienda ha insistito. A quel punto abbiamo chiesto alla Regione di incassare la fideiussione che l’azienda Lea aveva presentato al momento della richiesta dell’autorizzazione a garanzia di eventuali danni causati all’ambiente. La Regione non ci ha mai filato neanche di striscio. Quei rifiuti potevano essere rimossi, l’incendio in tal caso non sarebbe avvenuto”.
Valori di diossine oltre 24 volte superiori al valore di riferimento costituito dalle linee guide della Germania (LAI-Laenderausschuss fuer Immissiosschutz – Comitato degli Stati per la protezione ambientale). Sono questi alcuni dei risultati provenienti dai dati dell’Arpac sulle rilevazioni eseguite a Marcianise dopo il rogo di venerdì della Lea.
Il campionamento sulle diossine stato svolto il 26 ottobre presso un’azienda limitrofa, alla distanza di circa 10m dal sito Lea dell’incendio, su un volume di aria campionata pari a circa 24mc tra le ore 14 e le 16. Il rapporto di prova evidenzia, per il parametro delle diossine PCDD+PCDF (espresso in I.T.E.Q. pg/Nmc), un valore di concentrazione pari a 24,06 I.T.E.Q. pg/Nmc, superiore rispetto al valore di riferimento di 0,15 06 I.T.E.Q. pg/Nmc.
I tecnici hanno poi provveduto ad effettuare campionamenti dell’aria ambiente presso l’ingresso dello stabilimento Lea per la ricerca di SOV ed aldeidi. Dal report si evince una significativa concentrazione di benzene pari a 1,42 mg/mc (ovvero 1420 microgrammi/mc), superiore al limite di concentrazione media annuale del benzene pari a 5 microgrammi/mc secondo il D.Lgs. 155/10, unico parametro normato fra quelli determinati. Relativamente alle aldeidi, in assenza di limiti normativi, nella Circolare del Ministero della Sanità n°57 del 22/06/1983 viene riportato un limite massimo di esposizione di 0,124 mg/mc per la formaldeide negli ambienti di vita e di soggiorno, ma il valore rilevato all’ingresso della Lea risulta inferiore a tale valore limite.
Una situazione che però riguarda esclusivamente il sito coinvolto dal rogo. La direzione tecnica dell’Arpac lo stesso 26 ottobre ha infatti provveduto ad installare nei pressi della casa comunale di Marcianise il laboratorio mobile per il monitoraggio della qualità dell’aria ambiente. Dai dati si evince che non sono stati rilevati superamenti dei valori limite di concentrazione previsti dal D.Lgs. 155/10 per i parametri monitorati.

 Gustavo Gentile


Articolo pubblicato il giorno 30 Ottobre 2018 - 12:18


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