E come possono mancare! Ogni anno sono presenze irrinunciabili, classico intramontabile che ha attraversato spazio e tempo per arrivare ai giorni nostri, spesso anche in chiave rivisitata. Stiamo parlando del presepe napoletano e dei suoi variegati personaggi.
Per chi lo conosce o lo ha già visto è un’esperienza che non sarà difficile rivivere nella propria mente insieme al significato di questa tradizione fondamentale del nostro Paese. Questi prodotti, vere e proprie opere dell’artigianato locale, si possono trovare anche su internet. Ad esempio, sul sito specializzato holyart.it si possono trovare oltre 1500 statuine del presepe napoletano, realizzate con altissima qualità. Si tratta della scelta ideale qualora non si avesse modo di recarsi direttamente dagli artigiani del posto.
Ma visto che non tutti conoscono bene la storia del presepe napoletano e, tanto meno, tutto il lavoro che c’è dietro alla realizzazione dei suoi personaggi, anche in chiave ironica, abbiamo deciso di stuzzicare la vostra fantasia con alcuni spunti che, speriamo, possano esservi utili per farvi capire, definitivamente, quanto sia bello e stimolante questo mondo.
Che cos’è
Sembra un po’ anacronistico, fuori luogo, porsi questa domanda. Ma in realtà tra i lettori potrebbe esserci qualcuno che non ha idea, o ne ha una vaga, di che cosa stiamo parlando, quindi è bene non dare nulla per scontato e chiarire, una volta per tutte, un concetto che dovrebbe essere chiaro a tutti. Parliamo di un’istituzione nazionale. “O presebbio”, come lo pronunciano i nostri conterranei partenopei, è una creazione artigianale che rappresenta – con una forte valenza religiosa – la storia di Gesù, ma in realtà viene fondamentalmente fatto anche da persone laiche. Il termine “presepe” deriva dal latino “presepium”, che significa “mangiatoia”. E qui richiama la storia cristica. Dobbiamo tornare al 1025 per avere la prima presenza documentale del presepe nella storia. Una storia molto antica.
Come si costruisce il presepe napoletano
Non è un semplice hobby, ma per molti rappresenta un vero e proprio rito sacrale. Per chi vuole essere ligio ai dettami della tradizione, tutto deve cominciare l’8 dicembre partendo con la base, caratterizzata per lo più da sughero e cartone su un fondo di legno. Altro dettaglio che chiede la massima attenzione è che nel presepe possono essere inseriti da subito tutti i personaggi tranne il più importante: Gesù bambino. Lui va inserito solo ed esclusivamente alla mezzanotte di Natale, momento in cui si tramanda tradizionalmente la sua nascita.
I personaggi del presepe napoletano
Oltre al già citato Gesù Bambino troviamo, proprio nella mangiatoia, ad accudirlo Maria sua madre e San Giuseppe simbolo dei padri oltre al bue e l’asinello. Immancabili anche i tre Re Magi: Melchiorre, Baldassarre e Gaspare. Ma questi sono i personaggi più classici, quelli che più o meno tutti ricordano o comunque ciascuno di noi ha sentito nominare. Non meno importanti sono i personaggi che spesso vengono considerati come secondari, ma legati anche a leggende o tradizioni curiose. Ad esempio, c’è Benito il pastorello che dorme beato e si tramanda che il presepe nascerebbe proprio da un suo sogno e dalla sua immaginazione, mai svegliare Benito, il presepe potrebbe misteriosamente scomparire. Poi troviamo l’evocazione di figure storiche o mitologiche come il Pescatore che richiama simbolicamente San Pietro ho Cicci Bacco che evoca la divinità omonima del vino. Abbiamo poi l’unione tra sacro e profano che si esprime attraverso la figura del Monaco. La Zingara che prevede la futura passione di Gesù, e i vari venditori. Esiste poi una leggenda particolarissima sul pozzo: si narra infatti da tempo immemore che a Natale non vada presa acqua dal pozzo, questa conterrebbe spiriti maligni provenienti direttamente dal centro della terra, regno dell’antagonista per eccellenza della divinità. Tutto molto affascinante non trovate?
Articolo pubblicato il giorno 30 Ottobre 2018 - 19:27