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I cappellani delle carceri italiane: ‘Allarme povertà dilagante’

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I 260 cappellani presenti nei 195 istituti di pena italiani si ritroveranno a partire dal prossimo 22 ottobre per tre giorni a Montesilvano (Pescara) per tracciare le linee guida della pastorale penitenziaria per il prossimo biennio. “Il primo problema che stiamo riscontrando nelle carceri e’ una poverta’ sempre piu’ dilagante: abbiamo persone che dopo aver scontato la pena non sanno cosa fare, dove andare, come ricominciare”, spiega l’ispettore generale dei cappellani delle carceri, don Raffaele Grimaldi, che per tantissimi anni ha prestato servizio nell’istituto napoletano di Secondigliano. “L’operosita’ della fede, la fatica della carita’, la fermezza della speranza”: e’ questo il tema del confronto non solo tra i cappellani ma anche tra le centinaia di persone – provenienti dal mondo del volontariato e dagli ordini religiosi – che ogni giorno prestano il loro servizio negli istituti e che svolgono un azione di sostegno non solo ai reclusi ma anche ai loro familiari. “In alcuni istituti, soprattutto del nord, e’ sempre piu’ alto il numero di stranieri reclusi e sono questi i piu’ poveri”, ha detto ancora don Grimaldi e “noi, come comunita’ di fedeli, dobbiamo interrogarci su come facilitare il reinserimento nella societa’ di quanti lasciano il carcere dopo aver scontato la pena”. Nel corso dei lavori e’ previsto anche l’intervento di don Fortunato di Noto, fondatore dell’associazione Mater.


Articolo pubblicato il giorno 1 Ottobre 2018 - 14:43

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