Sono accusati di truffa e falso e in molti attendono a due anni di distanza dall’avvio dell’inchiesta, di definire il proprio rapporto di lavoro. Sono i 33 dipendenti dell’Asl di Avellino, medici, paramedici, amministrativi e dirigenti, che il 16 marzo 2016 furono arrestati o denunciati per aver abbandonato il posto di lavoro pur avento timbrato o fatto timbrare il cartellino. Questa mattina sono comparsi di fronte al giudice del tribunale di Avellino Pierpaolo Calabrese per l prima udienza del processo nato dal blitz di due anni fa. Alcuni furono ripresi dalle telecamere nascoste, piazzate dagli agenti della squadra mobile, nei presi dell’apparecchio marcatempo per verificare se a inserire il badge era il titolare. E le immagini mostrarono l’abitudine diffusa tra i dipendenti a strisciare piu’ di un badge per conto dei colleghi. Altri dipendenti invece erano soliti presentarsi in ufficio, registrare la presenza e allontanarsi per sbrigare faccende che non avevano nulla a che vedere con il lavoro. Nelle immagini riprese dalle telecamere nascoste si nota anche uno dei dipendenti che, accortosi della ripresa, mostra il dito medio in segno di disprezzo. In un altro episodio, un dipendente tenta addirittura di manomettere la telecamera per impedire le riprese. Tra gli imputati anche l’ex assessore al Comune di Avellino Arturo Iannaccone, ex dirigente dell’Asl irpina. Il processo riprendera’ i 3 dicembre prossimo con la testimonianza del capo della squadra mobile Marcello Castello che condusse le indagini.
Articolo pubblicato il giorno 29 Ottobre 2018 - 20:30