Dopo il positivo riscontro ottenuto al suo debutto romano, arriverร , sabato 20 e domenica 21 ottobre al Teatro Nuovo di Napoli, per due repliche straordinarie, La Tarantina di Fortunato Calvino, spettacolo tratto dal film-documento “La Tarantina, Genere Femm(รจ)nell”, realizzato dallโUniversitร degli Studi di Napoli – Federico II, nellโambito di SINAPSI โ Servizio Anti-Discriminazione e Cultura delle Differenze, con la realizzazione audiovisiva CSI-SAM, Fondazione โGenere Identitร โ, e da unโintervista alla protagonista.
Presentato da Metastudio89, lโallestimento nasce da un’idea dellโautore e regista partenopeo, che dirige La Tarantina, l’ultimo femminiรฉllo dei Quartieri Spagnoli di Napoli, affiancata, in scena, da Stefano Ariota, Roberto Maiello, Carlo Di Maio, Antonio Clemente.
La Tarantina (al secolo Carmelo Cosa), di origini pugliesi, arriva a Napoli subito dopo la guerra ancora minorenne. Attraverso la forma scenica di una โpiรฉce-testimonianzaโ si raccontano il suo avvio alla prostituzione, le persecuzioni della polizia e la partenza per Roma.
Eโ proprio nella capitale che la Tarantina visse la sua personale e trasgressiva dolcevita, conoscendo nomi come Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini, Laura Betti, Goffredo Parise e Novella Parigini, la pittrice famosa per le sue donne con gli occhi di gatto, che la ebbe piรน volte come modella.
โLโesigenza di portare in scena un vero femminiรจllo โ sottolinea Fortunato Calvino – nasce dai ricordi stessi della Tarantina e portarla su un palcoscenico รจ stata unโesperienza unica. Girando il film-documento, ho capito che sarebbe stato interessante e unico averla su un palco a raccontare la sua vita, senza freni e limiti. Ho costruito un percorso lavorando su due livelli: la costruzione di uno spettacolo che avesse al centro lei con le sue storie, insieme a tre attori, che la sostengono nei ricordi del suo passatoโ.
Questo mondo di ricordi, questo passato che, diversamente, sarebbe stato cancellato dal tempo, Fortunato Calvino ha deciso di โportarloโ in scena, e la Tarantina, sola con la sua straordinaria forza, racconta la sua vita, i suoi ricordi, fatti di momenti di gioia e di dolore. La sua storia รจ dura, seppur raccontata con autoironia e in un dialetto che rende tutto piรน leggero, ma รจ come un lungo inno alla vita e allโarte della gioia. Lei รจ riuscita ad andare avanti, รจ sopravvissuta. Ha cosรฌ tenuto tutto, fatto diga e argine ai soprusi, alla povertร e allโesclusione che, a ottantadue anni, calca le scene e ci racconta la sua esistenza.
Lo spettacolo si avvale delle scene a cura di Paolo Foti, il disegno luci di Renato Esposito e i costumi di La Rossa.
Ph. Renato Esposito
Articolo pubblicato il giorno 16 Ottobre 2018 - 12:48