Ercolano. Sarà l’autopsia a fare luce sulle cause che hanno determinato l’infarto e la morte nel carcere di Cuneo dove era detenuto in regime di 41 bis, del boss Giacomo Zeno, 55 anni. Si vuole capire se al detenuto siano state prestate le cure e se si poteva salvare. il mese scorso era stato condannato all’ergastolo insieme con gli altri vertici del clan ovvero Giovanni Birra e il fratello Stefano Zeno (recordman di condanne al massimo della pena) e e gli alleati Raffaele Perfetto ‘muss e’ scigna’ – l’anello di congiunzione tra i Lo Russo e i Birra – Carlo Serrano e Vincenzo Bonavolta, detto scenzore il famoso killer dei sette secondi. Erano accusati di essere mandanti ed esecutori materiali di quattro omicidi: quelli di Giuseppe Borrelli – ucciso nel 1997 e ritenuto legato agli Ascione-Papale – il duplice massacro di Lucio Di Giovanni e Raffaele Di Grazia, colpiti a morte nel 2000 davanti alla statua di Padre Pio a Ercolano perché accusati di aver provato a “smarcarsi” dai vecchi clan. Poi ancora l’agguato che ha portato alla morte di Giuliano Cioffi, ucciso a Quarto nel 2001 e ritenuto a sua volta legato ai nemici dei Birra. Giacomo Zeno è stato coinvolto in numerosi fatti di sangue della cruenta faida tra i Birra-Iacomino e gli Ascione-Papale che ha insanguinato per oltre un decennio le strade di Ercolano,
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