“Abbiamo delle ipotesi fondate, non delle certezze. La ragazza potrebbe essere stata soffocata oppure presa a bastonate”: lo ha spiegato il procuratore capo di Modena, Lucia Musti, durante la conferenza stampa sugli esiti dell’inchiesta che ha portato ad indagare un 34enne originario di Napoli e residente nel Modenese per l’omicidio di una ragazza rumena di 31 anni, legata al mondo della prostituzione, il cui cadavere carbonizzato era stato trovato a San Donnino, a Modena, il 10 settembre scorso. Il fatto di sangue, secondo la ricostruzione di inquirenti ed investigatori, era avvenuto il 30 agosto scorso in un luogo diverso rispetto alla discarica dove era stato scoperto il corpo bruciato della giovane donna. L’inchiesta e’ stata condotta dai carabinieri del comando provinciale della citta’ emiliana e sono intervenuti anche i militari del Ris. “Il lavoro del Ris – ha sottolineato Musti – e’ stato fondamentale. Il reato contestato rimane l’omicidio aggravato dai futili e abietti motivi. La versione che da’ l’indagato il quale attribuisce l’omicidio cruento della ragazza a fantomatici sfruttatori della prostituzione, non trova conferma negli accertamenti del Ris”. Il 34enne era stato sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere il 6 settembre scorso perche’ accusato di un tentato sequestro di persona denunciato da una ragazza 18enne a Savignano sul Panaro. Poi e’ stato indagato anche per una violenza sessuale avvenuta a Zocca in provincia di Modena lo scorso 24 agosto ai danni di una donna di 30 anni. L’inchiesta partita dopo il macabro ritrovamento del cadavere carbonizzato ha consentito di accorpare i tre episodi, attribuendoli al 34enne, in modo da creare un unico fascicolo di indagine coordinato da un ‘pool’ di magistrati in Procura.
Articolo pubblicato il giorno 10 Ottobre 2018 - 12:57