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‘Di fronte al crocifisso la 13enne si trasformava e parlava latino’, le rivelazioni choc in aula

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Un’udienza lunga e complessa quella che ha visto gli zii della ragazzina vittima di don Michele Barone. E’ durata ben sei ore perché gli zii da un lato hanno dichiarato di essere stati seriamente convinti che la nipote fosse indemoniata, dall’altro hanno confermato che le preghiere di purificazione erano talvolta violente. “Nostra nipote manifestava una violenta avversione al sacro; alla vista del crocifisso si trasformava e si contorceva. Quando pregavamo, lei replicava parlando in latino con voce roca e quasi maschile, girava gli occhi all’indietro mostrando solo il bianco. Aveva una forza disumana: in un caso ha rovesciato una panca dove erano sedute due persone. Aveva le stesse reazioni anche quando trasmettevano la messa in tv.” Hanno poi aggiunto che la pressione del “piede sulla testa” da parte del prete (che per questo risponde anche di lesioni permanenti) era “dovuta al fatto che la ragazza si dimenava e bisognava bloccarla”. E ancora: “Il collare fu messo alla ragazzina perché quando veniva bloccata per i capelli aveva dei problemi a sostenersi con il collo”. Lo zio ha riferito anche di alcune reazioni che l’acqua santa avrebbe provocato: “Le bruciava, gridava”. Ma poi sempre lo zio riferisce che “In un’occasione ho riempito una bottiglia d’acqua dalla fontana e le ho detto che era benedetta; gliel’ho gettata addosso: lei ha urlato lo stesso”.  Al banco dei testimoni anche una zia che vive a Novara che ha denunciato i fatti ai servizi sociali di Maddaloni e al sindaco della sua città. “Non ho mai visto don Barone né ho mai assistito agli esorcismi, tuttavia so di quello che accadeva perché me lo ha riferito mia nipote. So però che mio cognato era violento con la moglie e in un caso ha trascinato la bambina per i capelli su per le scale per costringerla a pregare.” Ha riferito di essere a conoscenza che la ragazzina prendesse medicinali che portavano alle allucinazioni e che prima di don Barone, sua nipote fosse seguota da tale don Angelo.
Per quanto riguarda il poliziotto Luigi Schettino che per l’accusa avrebbe assistito ai maltrattamenti, i testimoni hanno riferito di non averlo mai visto.
Il presidente Maria Chiara Francica ha accolto le istanze dei pm Daniela Pannone e Alessandro Di Vico e ha sospeso i termini di custodia cautelare per don Barone che, intanto, è stato trasferito al carcere di Carinola.

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 Gustavo Gentile


Articolo pubblicato il giorno 24 Ottobre 2018 - 10:51

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