Gran finale per la XXIII edizione di Pomigliano Jazz. Lunedì 29 ottobre alle ore 20.30 al Teatro Gloria di Pomigliano d’Arco (NA) arriva una leggenda del jazz: Dave Holland. Il contrabbassista e compositore inglese ritorna al festival diretto da Onofrio Piccolo dopo lo straordinario live del 2005, stavolta alla guida di un quartetto di all star: Aziza. Con lui sul palco troveremo tre ottimi musicisti, Chris Potter (sax), Lionel Loueke (chitarra) e Eric Harland (batteria). Opening act della serata sarà Bruno Salicone, giovane pianista campano (classe ‘82), capace di coniugare talento ed espressività con un mood individuale e moderno che accompagna le sue composizioni. I biglietti per assistere al concerto sono in vendita sul circuito AzzurroService al costo di 15 euro platea e 10 galleria.
Alla soglia dei 70 anni Dave Holland continua a lavorare su progetti nuovi con una spinta creativa sempre alta. Con una particolare attenzione alle nuove generazioni e alla modernità della loro musica. E’ il caso di questo super gruppo Aziza la cui nascita risale al 2014 quando il contrabbassista originario di Wolverhampton e il sassofonista statunitense Chris Potter si sono incontrati per un progetto da fare in tour l’anno successivo. I due avevano già suonato insieme quando Holland chiamò il sassofonista di Chicago nel suo quintetto nei primi anni 2000. Al duo si aggiungono in seguito il chitarrista beninese Lionel Loueke e il batterista americano Eric Harland, formando di fatto una vera e propria all star band. Il tour del 2015 fu un grande successo e ognuno ha contribuito a scrivere la musica con un suono aperto e condiviso che sembra seguire l’alchimia che i quattro musicisti mettono in campo. A metà del primo tour, la band decise che la loro intensa interazione e chimica dovevano essere documentate in studio. E così passano due giorni al Sear Sound Studio, e ognuno da vita a un paio di composizioni. Ormai i brani erano stati rodati durante il tour con composizioni come “Finding the Light” firmata da Holland, che è un brano introspettivo e bizzarro, costruito attorno a un ostinato un po’ sfuggente che fornisce una ottima base per il sax soprano di Potter. È stata una delle composizioni di Loueke, “Aziza Dance”, che ha dato a Holland l’idea del nome del gruppo. Durante il primo tour, Holland prese da parte Loueke e gli chiese il perché di quel titolo. E Loueke spiegò che Aziza è il nome di un dio dell’ispirazione tratto dalla mitologia del Dahomey, che proviene dalla sua terra natale del Benin.
E’ chiaro che la formazione si muove sotto l’ala protettiva di Dave Holland. Jazzista eccellente, nel 1968 fu notato da Miles Davis in uno dei club più rinomati di Londra, il Ronnie Scott’s e Davis ne restò così colpito da preferirlo a Ron Carter. A New York iniziò la sua carriera tra i big e registrò in alcuni dischi chiave di Davis tra i quali i due che segnarono la svolta del musicista afroamericano, “In a Silent Way” e “Bitches Brew”. Il jazz contemporaneo ebbe il suo battesimo di fuoco. E dopo l’esperienza con Davis, Holland formò il gruppo Circlee con Chick Corea, Barry Altschul e Anthony Braxton aprendo un lungo sodalizio con la casa discografica tedesca, ECM.
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