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Da Venezia a Napoli, i siti Unesco a rischio entro 2100

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Venezia, Ferrara e il delta del Po, Ravenna, e ancora le Cinque Terre, il centro storico di Napoli e le citta’ barocche della Val di Noto: sono 13 le localita’ italiane patrimonio dell’Unesco, che entro la fine del secolo potrebbero essere cancellate dall’erosione delle coste o dalle inondazioni dovute dell’innalzamento del livello del mare. Lo indica la simulazione secondo la quale sono 49, in tutto il Mediterraneo, le meraviglie dell’Unesco minacciate, con l’Italia che ospita il numero piu’ alto. Pubblicata su Nature Communications, la ricerca e’ coordinata da Lena Reimann, dell’universita’ tedesca di Kiel. La simulazione si e’ concentrata su 49 localita’ patrimonio dell’Unesco che si trovano sulle coste di 16 Paesi del Mediterraneo e ha mostrato che ben 37 di esse rischiano di essere colpite da un alluvione nei prossimi 100 anni, mentre 42 sono minacciate gia’ oggi dall’erosione costiera. Questo significa che alcuni siti sono minacciati da entrambi gli eventi. La ricerca indica inoltre che entro il 2100 in tutto il bacino del Mediterraneo il rischio di inondazioni potrebbe aumentare del 50% e il rischio di erosione del 13%. Di conseguenza, tutti questi tesori dell’Unesco tranne due (Medina in Tunisia e Xanthos-Letoon in Turchia) rischieranno di essere colpiti da uno di questi eventi. L’Italia ospita il numero piu’ alto di queste meraviglie a rischio, ben 13, seguita da Croazia (6) e Grecia (3). Fra tutti i siti, inoltre, Venezia e’ fra i luoghi piu’ minacciati. Tuttavia, scrivono i ricercatori “una volta che il Mose sara’ completato, il rischio si ridurra’ notevolmente perche’ il sistema di barriere mobili proteggera’ la citta’ e la laguna dall’acqua alta fino a 3 metri”. Dalla ricerca emerge anche che Venezia e’ l’unico sito Unesco del Mediterraneo in cui siano state adottate misure per proteggerlo dall’acqua alta, ma in base a queste previsioni, avvertono gli autori, bisognerebbe adottare con urgenza sistemi per proteggere tutti questi luoghi minacciati. Tra le possibili soluzioni, barriere artificiali, che non abbiamo pero’ un impatto sull’aspetto estetico del sito, oppure barriere naturali. Queste ultime potrebbero essere realizzate conservando o ripristinando gli ecosistemi costieri, basati su flora, fauna e dune, che sono in grado sia di attenuare i livelli dell’acqua, sia di evitare che la costa venga ‘mangiata’ dal mare. Tuttavia, concludono gli esperti, l’entita’ della minaccia dipendera’ in gran parte dagli sforzi globali per mitigare questi rischi nei prossimi anni e che dovrebbero perseguire l’obiettivo previsto dall’accordo di Parigi sul clima di limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi.


Articolo pubblicato il giorno 16 Ottobre 2018 - 22:29
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