Napoli. Utilizzava sempre l’ufficio postale numero 12 in via Sempreviva a Loreto alle spalle dell’ospedale e non lontano dalla sua abitazione il boss Giuseppe Vatiero detto Peppe a’ basetta per spedire la droga in Sardegna ai suoi complici. Da Napoli arrivava ogni settimana circa un chilo di cocaina, analizzata e risultata avere un elevatissimo grado di purezza, pari all’83 per cento. Lo smercio produceva ogni mese un giro d’affari di un milione di euro. Un grammo di cocaina veniva venduto a 48 euro, considerato un ‘prezzo di famiglia’. Materialmente i pacchi le venivano recapitati da Assante di Pupillo che, ogni volta, utilizzava un nome diverso. Del ritiro della cocaina da casa della casalinga si occupavano Stefano Dell’Orfano e Maria Grazia Giordo, considerata la cassiera e la contabile del gruppo. Una delle due donne di Sassari – Vincenza Deligios, casalinga, residente a pochi metri dal Comando provinciale dell’Arma – si occupava di ritirare la cocaina che Vatiero spediva.
I fari dei carabinieri si erano accesi nel 2015, in seguito ad alcuni controlli che avevano evidenziato un importante smercio di droga tra Sassari e Porto Torres. Gli incontri tra pusher ruotavano intorno alla figura di Gino, originario di Napoli e residente a Porto Torres. Successivi accertamenti hanno permesso di individuarlo nella persona del Luigi Ronghi. Ma la figura centrale del traffico di droga era il 57enne Vatiero, noto come ‘Peppe a basetta‘ e legato al clan Mazzella del quartiere Mercato di Napoli, per conto del quale controllava la cosiddette ‘Case nuove’. Vatiero nel 2016 è rimasto vittima di un attentato: due sicari gli hanno sparato al corpo e alla testa, da allora è invalido.
Secondo il sostituto procuratore Guido Pani della Dda di Cagliari, che ha coordinato le indagini, i sei sono responsabili di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti in concorso. Nell’ambito dell’attività compiuta per eseguire le ordinanze emesse dal gip di Cagliari, i militari hanno condotto perquisizioni e controlli anche su altre 16 persone, undici nel Nord Sardegna e cinque a Napoli. Debiti, difficoltà di approvvigionamento, arresti e decessi hanno di fatto spianato la strada all’affermazione di una nuova organizzazione in grado di coprire un vuoto improvviso nella filiera dell’approvvigionamento e dello spaccio di cocaina. Intercettando una nuova domanda di cocaina, Luigi Ronghi si sarebbe messo in contatto con Vatiero attraverso comuni parentele e conoscenze.
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