Addio a Angela Bianchini, scrittrice, critica letteraria e traduttrice. E’ morta ieri nella sua casa di Roma all’età di 97 anni, come hanno annunciato oggi i figli. I funerali si terranno domani, lunedì 29 ottobre, alle ore 12, nella Chiesa di piazza Euclide a Roma. La sua narrativa ruota attorno a figure femminili che cercano identità nel tessuto della memoria, sullo sfondo di ambienti borghesi, soprattutto romani. La difficile educazione sentimentale della protagonista di “Lungo equinozio”, raccolta di racconti che segnò il suo debutto narrativo nel 1962 (Lerici editore), è un tema che torna nei successivi romanzi “Le nostre distanze” (Mondadori, 1965; nuova edizione Einaudi, 2001), “Capo d’Europa” (Camunia, 1991) e, soprattutto, nell’incisiva triade femminile de “La ragazza in nero” (Camunia, 1990). Nata a Roma il 21 aprile 1921 da una famiglia della borghesia ebraica, Angela Bianchini fu costretta ad abbandonare l’Italia nel 1941 rifugiandosi negli Stati Uniti d’America. Qui poté intraprendere gli studi universitari che le erano stati vietati dalle leggi razziali fasciste. A Baltimora si iscrisse alla Johns Hopkins University avendo come professore Leo Spitzer che insegnava filologia romanza. Successivamente si specializzò in letteratura francese e ispano-americana. Si è a lungo occupata di linguistica, filologia romanza, letteratura spagnola e latino-americana, collaborando con l’Iila di Roma. Nel 1952 Angela Bianchini rientrò in Italia cominciando a collaborare con “Il Mondo” di Mario Pannunzio e scrivendo per programmi culturali e sceneggiati per la Rai. Per oltre 40 anni ha collaborato regolarmente con “La Stampa”. Tre figure femminili dominano la scena del romanzo “Le labbra tue sincere” (Frassinelli, 1995, nuova edizione Mondadori, 2012), una storia intimista ambientata a Roma negli anni Dieci, mentre “Un amore sconveniente” (Frassinelli, 1999) narra del contrastato amore tra un giovane professore ebreo e una bellissima donna ariana. In “Nevada” (Frassinelli, 2002) Bianchini ha descritto le difficoltà affrontate da un gruppo di donne americane negli anni Cinquanta per ottenere il divorzio. Tra i suoi saggi si ricordano: “Il romanzo d’appendice” (Eri, 1969), “Il feuilleton e la luce a gas: due invenzioni dell’Ottocento” (Liguori, 1988) e “Alessandra e Lucrezia. Destini femminili nella Firenze del Quattrocento” (Mondadori, 2005) un confronto tra Alessandra Macinghi, moglie di uno Strozzi appartenente alla fazione avversa a Cosimo de’ Medici, e la seconda, Lucrezia Tornabuoni, madre di Lorenzo il Magnifico. Nel 2012 ha pubblicato il romanzo Le labbra tue sincere.
Articolo pubblicato il giorno 28 Ottobre 2018 - 11:08