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Concorsi truccati, indagati anche 150 candidati, pagavano 15 mila euro: uno si è ribellato e ha fatto scoprire il ‘sistema’

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La Guardia di Finanza di Napoli sta notificando circa 150 avvisi di conclusione indagine ad altrettanti indagati, tra candidati e loro familiari, che avrebbero pagato somme di denaro per ottenere le risposte ai quiz per un concorso per volontario in ferma prefissata di 4 anni (VFP4), che consente ai vincitori di poter accedere alle fila delle forze armate e dell’ordine. Oggi, i finanzieri, coordinati dalla Procura della Repubblica partenopea, hanno notificato 14 delle 15 misure cautelari emesse ad altrettanti indagati, tra cui figurano anche appartenenti alle forze armate, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, rivelazione di segreto d’ufficio in relazione alla divulgazione di segreto d’ufficio, truffa, ricettazione, riciclaggio e autoriciclaggio. Il quindicesimo provvedimento, destinato a un ingegnere.

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E’ cominciato tutto dalla denuncia di un giovane che, a fronte della possibilita’ di ottenere un posto di lavoro pagando migliaia di euro, ha scelto di rimanere onesto. Il 19 febbraio del 2016 questo 26enne si e’ recato negli uffici della Guardia di Finanza di Napoli e ha raccontato, senza omettere particolari, che il generale di Brigata Luigi Masiello gli aveva proposto di ‘comprare’ i risultati del quiz al concorso per allievo maresciallo nell’Arma dei carabinieri che era stato bandito nell’anno 2015-2016. E cosi’ oggi il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito 14 ordinanze di custodia cautelare (a firma del gip Linda Comella), di cui una in carcere e le altre ai domiciliari. Un altro provvedimento non e’ stato eseguito perche’ il destinatario e’ all’estero. Il concorso truccato contestato e’ quello dell’estate del 2016 per il reclutamento di 2013 volontari in ferma prefissata quadriennale in tre forze armate (esercito, marina militare ed aeronautica) indetto dall’Esercito l’11 febbraio del 2016. Le accuse contestate a vario titolo sono quelle di: associazione per delinquere, rivelazione di segreto d’ufficio in relazione alla divulgazione dei quiz prima del giorno dell’esame, truffa, ricettazione, riciclaggio ed autoriciclaggio. Altri 150 avvisi di conclusione indagini sono in corso di notifica nei confronti dei candidati che avrebbero pagato somme di denaro per avere in cambio le risposte ai quiz del concorso. La ‘tariffa’ media richiesta si aggirava intorno ai 15mila euro. Tra le persone ai domiciliari c’e’ il generale in pensione Masiello che, quando i finanzieri gli stavano per notificare il provvedimento, ha lanciato il cellulare dal balcone della sua abitazione al Vomero col chiaro intento di distruggere l’apparecchio, segno forse che all’interno del telefonino si celassero elementi riconducibili ad altri illeciti relativi ai concorsi. Pochi anni fa il generale tento’ anche la carriera politica: si presento’ alle ultime amministrative di Napoli nella lista di ‘Napoli Popolare-Ndc’, incasso’ solo 323 voti e non riusci’ a spuntarla. Agli atti dell’inchiesta intercettazioni e dichiarazioni di diversi candidati che – rintracciati dalla Finanza – hanno alla fine ammesso l’esistenza dell’organizzazione che condizionava gli esami. E, infine, anche fotografie, estrapolate dai cellulari degli indagati. Nel corso di una perquisizione che ha interessato Sabato Vacchiano, finito agli arresti domiciliari, e’ stata recuperata dal suo cellulare una foto che lo ritrae insieme con un ragazzo in un pub. I due stringono tra le mani un bicchiere a mo’ di brindisi. Nel mezzo, sulla facciata del bancone, una frase in stampatello, scritta con gessetto bianco:   “Dario e Sabatino? I fottitori dello Stato”. E’ la frase che compare in una foto, recuperata dagli inquirenti sul cellulare di uno degli indagati, scattata in un pub, mentre l’uomo, in compagnia di un’altra persona stringe tra le mani un bicchiere, come se stesse brindando. Alla foto si fa riferimento nell’ordinanza di custodia cautelare, a firma del gip Linda Comella, relativa all’inchiesta su un concorso truccato nell’Esercito, del 2016, per volontari in ferma prefissata di 4 anni. Un episodio, a parere degli inquirenti che sottolinea la spregiudicatezza dei componenti dell’ “organizzazione” dedita all’inquinamento della procedura concorsuale. L’immagine e’ stata recuperata nel corso di una perquisizione che ha interessato Sabato Vacchiano, uno degli arrestati. Ritrae Vacchiano e un altro ragazzo in un pub. I due sono in posa davanti al bancone fatto interamente in legno, e sulla cui facciata e’ possibile scrivere, mentre stringono tra le mani un bicchiere a mo’ di brindisi. Nel mezzo delle loro due figure, sulla facciata del bancone, compare una frase in stampatello, scritta con gessetto bianco.

Due gli stratagemmi: un vero e proprio “algoritmo”, applicabile alla maggior parte dei quesiti somministrati e consistente in una combinazione di quattro componenti numeriche da sommare tra loro, il cui risultato totale serviva a individuare, tra le possibili risposte, quella esatta e una dispensa o pandetta recante, per le materie non coperte dal citato “algoritmo”, un estratto della banca dati pubblica, compendiante un numero limitato di quesiti identici o comunque analoghi a quelli destinati a comporre i questionari da somministrare. Relativamente alla seconda immissione, tra l’altro, le indagini hanno permesso di appurare – spiega la nota – il funzionamento dell’algoritmo sino al 5 luglio 2016, data in cui Testa sostituiva (e distruggeva) tutti i plichi sigillati (consegnati prima dell’inizio delle prove selettive), contenenti i questionari elaborati e non ancora estratti, con altri plichi recanti analoghi questionari. Grazie al materiale illecito di cui hanno avuto la disponibilità la quasi totalità dei concorrenti emersi nel corso delle indagini che ha sostenuto la prova scritta sino al 5 luglio 2016 è riuscita a superare la menzionata prova selettiva. Avendo ottenuto l’idoneità nelle successive fasi concorsuali, 43 dei concorrenti sono stati inseriti nelle graduatorie di merito delle singole forze armate: 39 sono stati collocati tra i vincitori di concorso (30 per l’Esercito, 5 per l’Aeronautica militare, 4 per Marina militare e Capitaneria di porto) e, verosimilmente, incorporati. Gli elementi indiziari acquisiti nel corso delle investigazioni fanno ritenere probabile che questi concorrenti siano solo una parte di coloro che hanno superato le predette prove scritte grazie al sistema fraudolento ideato. Notificati anche 135 avvisi di conclusione delle indagini nei confronti dei concorrenti o di loro familiari, alcuni dei quali, dopo essere entrati in contatto con i destinatari delle misure cautelari, hanno a loro volta diffuso, dietro compenso, il meccanismo truffaldino.


Articolo pubblicato il giorno 17 Ottobre 2018 - 21:01

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