Napoli. La ‘cricca’ dei concorsi truccati nelle forze armate aveva il suo punto di forza nel famoso “algoritmo” di Claudio Testa l’ingegnere, responsabile dell’area informatica e della sicurezza della Irp Srl, l’unico a cui la misura cautelare di arresti domiciliari non è stat applicata perché si trova all’estero ma ha pèromesso che si consegnerà presto. L’inchiesta che ha portato alle 15 misure cautelari è partita dal concorso pubblico espletato nell’estate del 2016 per il reclutamento di 2.013 volontari in ferma prefissata quadriennale in tre forze armate (esercito, marina militare ed aereonautica militare), indetto in data 11-2-2016 (VFP4). Le prove di selezione erano composte da due immissioni separate: la prima si era tenuta tra marzo e aprile e la seconda giugno a luglio.Ogni candidato aveva potuto optare per la partecipazione all’una o all’altra immisssione, per la quale erano stati destinati differenti posizioni di carriera.
Ciascuna immissione era consistita in una prova di cultura generale (espletata in più sedute tra le quali erano stati suddivisi i concorrenti), costituita da 100 quesiti a risposta multipla (estrapolati da una banca dati previamente pubblicata), in una verifica della conoscenza di lingua inglese e in prove di efficienza fisica e di idoneità psico-fisica e attitudinale, oltre che nella valutazione dei titoli. La fornitura delle banche dati relative ai quiz della prova di cultura generale e della lingua inglese era stata affidata dal ministero della difesa, previa gara pubblica, alla ditta “IRP S.r.l.”, i cui diretti responsabili erano l’ingergnere ClaudioTesta e la madre Maria Gargiolli.
Nel corso delle indagini le prove concorsuali in esame erano state monitorate dagli inquirenti passo passo, inragione delle illiceità riscontrate durante il loro svolgimento, attraverso un’intensa attività ìntercettiva. In effetti, grazie ad una denuncia che era stata già presentata a febbraio da Giacomo Junior Sordato Siddi, i militari della guardia di finanza di Napoli avevano dato il via ad accertamenti corposi che avevano fatto emergere il grosso giro di affari esistente intorno a tali tipologie di concorsi.
Siddi aveva denunciato la richiesta di denaro che ìl generale Luigi Masiello
Mentre erano in corso i test del 5 luglio del 2016, infatti, l’algoritmo andò improvvisamente in tilt. Si tratta di un fatto anomalo che, scrive il gip, resta ad oggi senza spiegazione. Testa avrebbe sostituito tutti i plichi sigillati e già consegnati, contenenti i questionari elaborati e non ancora estratti (e dunque eventualmente utilizzabili per le successive fasi del concorso), con altri plichi con dentro questionari simili: in tal modo avrebbe disattivato il “suo” algoritmo, azzerandone la funzionalità. Probabilmente la situazione a un certo punto la situazione sarebbe sfuggita al controllo di tutti. La distribuzione avrebbe raggiunto un numero troppo elevato di candidati, finendo, di mano e mano, a chiunque e dovunque. Mandare in tilt il sistema sarebbe stato in quest’ottica, un tentativo, disperato, di evitare guai. Ma era già troppo tardi.
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