“La situazione sanitaria allo stato e’ sotto controllo sia dal punto di vista clinico sia epidemiologico trattandosi di casi ad origine extranazionale”. Lo ha detto il direttore generale della Asl Napoli 1 centro, Mario Forlenza, in merito ai due casi di colera registrati nell’ospedale per malattie infettive Cotugno dell’Azienda di Colli. “Al momento – ha affermato – si e’ in attesa degli esiti degli accertamenti dell’Istituto Superiore di Sanita'”. “Gli organismi preposti della Asl Napoli 1, il Dipartimento di Prevenzione, Unita’ Operativa Epidemiologia e le Unita’ Operative Prevenzione Colletiva dei Distretti sanitari 27 e 28 – ha fatto sapere – hanno prontamente ottemperato a tutte le obbligazioni normative e ai protocolli sanitari e amministrativi per i casi in questione”. “Si e’ provveduto – ha concluso – ad avviare un’indagine epidemiologica e a segnalare la obbligatorieta’ dei controlli aereoportuali nonche’ attivazione dei sistemi di flusso informativo con il Ministero della Sanità”. Il vibrione è stato isolato, presso l’Ospedale Cotugno di Napoli, nelle feci del piccolo, trasferito dal Santobono, e sulla mamma, rientrati recentemente da un viaggio in Bangladesh e residenti a Sant’Arpino, in provincia di Caserta.”Immediatamente è stata allertata la Asl competente – fa sapere l’ospedale – e sono state attivate tutte le procedure previste dai protocolli”.”I contatti familiari del caso indice sono stati già individuati e sono attualmente sotto stretta osservazione sanitaria – sottolinea Antonio Giordano, commissario straordinario dell’azienda ospedaliera dei Colli Monaldi Cotugno CTO -. Attualmente, entrambi i pazienti sono in condizioni stazionarie. La situazione è del tutto sotto controllo”.Il colera è una malattia infettiva acuta causata da batteri della specie Vibrio Cholerae, provoca diarrea profusa causata dall’infezione dell’intestino e, spesso, è asintomatica o paucisintomatica. La trasmissione può avvenire per ingestione di acqua o alimenti contaminati dal batterio, mentre il contagio diretto avviene per trasmissione oro-fecale ed è molto raro in condizioni igienico-sanitarie normali.L’incubazione varia da 1 a 5 giorni e la malattia si manifesta con diarrea improvvisa e forte vomito che portano a una rapida disidratazione.A causa delle scarse condizioni igienico sanitarie, della carenza di acqua potabile, spesso associate a condizioni di povertà e degrado, i Paesi in via di sviluppo rappresentano le aree a maggior rischio di diffusione della malattia. Grave l’epidemia di colera che alla fine degli anni ’90 ha coinvolto molti paesi dell’America Latina, in particolare lungo la costa del pacifico. Nel 2006 i casi sono notevolmente aumentati, raggiungendo i livelli degli ultimi anni Novanta, per un totale di 236.896 contagi in 52 diversi Paesi. Tuttavia, il numero è sicuramente sottostimato, sottolinea la Fondazione Cesmet, Centro studi di medicina tropicale onlus, visto che si calcola che venga segnalato all’Oms solo il 10% dei casi effettivi.In Europa e nei Paesi industrializzati il colera è una malattia di importazione. In Italia, l’ultima importante epidemia di colera risale al 1973 in Campania e Puglia. Nel 1994 si è verificata a Bari un’epidemia di limitate proporzioni, in cui sono stati segnalati meno di 10 casi.
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