E’ morto dopo anni di lotta contro una malattia che aveva contratto lavorando nell’Isochimica di Avellino, l’azienda che scoibentava le carrozze ferroviarie. Umberto Carpentieri, 62 anni, e’ la ventiseiesima vittima dell’azienda di Elio Graziano che avrebbe inquinato un’intera area alla periferia di Avellino, dove pero’ ci sono tutt’ora scuole, abitazioni e attivita’ commerciali, oltre ad alcuni opifici. Carpentieri si era anche costituito parte civile, assieme ad altre 230 persone, nel processo in corso ad Avellino che vede imputati di omicidio colposo plurimo, disastro ambientale e violazioni ambientali e amministrative, ex sindaci, ex assessori comunali di Avellino, la curatela fallimentare dell’azienda e l’imprenditore Graziano, poi deceduto, gia’ implicato nello scandalo delle lenzuola d’oro per le forniture alla Ferrovie dello Stato. Prima di Carpentieri, un altro ex operaio e’ deceduto per malattie contratte in seguito all’esposizione all’amianto nel settembre scorso. Venerdi’ prossimo riprendera’ intanto il processo con la testimonianza del consulente della procura Umberto Moscato, docente di Igiene e Medicina del lavoro all’Universita’ del Sacro Cuore. Sara’ un prosieguo della testimonianza per consentire ai legali del collegio difensivo di contestare le conclusioni della perizia, secondo la quale i dispositivi di sicurezza adottati nell’ex opificio di rione Ferrovia non erano sufficienti neppure rispetto alla normativa in vigore negli anni 80. Poi saranno esaminati gli ultimi testimoni, ex operai e colleghi dell’ultima vittima dell’Isochimica.
Articolo pubblicato il giorno 23 Ottobre 2018 - 15:48