C’è un altro carabiniere indagato nel filone di inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi in merito ai depistaggi per coprire il pestaggio subito dal geometra 31enne. Si tratta del maggiore Luciano Soligo, all’epoca dei fatti, nel 2009, comandante della compagnia Talenti Montesacro. In questo nuovo filone in cui la Procura procede per falso sono già indagati il luogotenente Massimiliano Colombo, già comandante della Stazione Tor Sapienza, e il carabiniere scelto Francesco Di Sano che, proprio nel corso del processo bis contro i cinque carabinieri imputati per la morte del giovane, ha ammesso di aver modificato, seguendo un ordine gerarchico, la nota sullo stato di salute di Cucchi quando il giovane fu trasferito dalla Caserma Casilina a quella di Tor Sapienza. “Falsi ordinati per far dire ai medici legali dei magistrati che mio fratello era morto di suo, che era solo caduto ed in fin dei conti non si era fatto niente. Era morto solo ed esclusivamente per colpa sua e nostra. Io e Fabio lo abbiamo detto per anni che cio’ non era assolutamente vero. Lo abbiamo urlato per nove anni. Che sensazione provo ora? Soddisfazione? No. Rabbia per tutto il dolore infertoci con insulti minacce e false verita’? Si. Dolore ed amarezza, come cittadina per l’Arma dei Carabinieri? Anche”. Lo scrive su Facebook Ilaria Cucchi, nel giorno del nonno anniversario della morte del fratello Stefano, commentando le notizie di stampa sui depistaggi dei Carabinieri. Che Ilaria vorrebbe “a fianco a noi ma ho negli occhi lo sguardo del suo Comandante a lungo fisso su quelli di Fabio. Come quando ci si sfida a chi abbassa prima lo sguardo. Non e’ ancora finita questa storia – conclude – dove una normale famiglia Italiana viene stritolata da uomini delle istituzioni ma reagisce e resiste per nove anni senza mai perdere fiducia in esse”.
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