Potrebbero essere state due le persone che hanno ucciso, mercoledi’ sera, Cosimo Errico, il professore delle superiori di Bergamo, 58 anni, accoltellato nella cascina didattica che gestiva da una ventina d’anni in val Cavallina, nei boschi al confine tra Entratico e Borgo di Terzo. Gli inquirenti al momento non escludono alcuna pista, anche se le indagini sarebbero concentrate sul versante economico, in particolare sull’ipotesi di personale fatto lavorare in nero dal docente proprio all’interno della struttura rurale, meta (l’ultima volta anche giovedi’) di scolaresche ma anche di privati per feste ed eventi. Non si trova l’arma del delitto: anche oggi i boschi circostanti la ‘Cascina dei fiori’ sono stati passati al setaccio, ma invano. Potrebbe essere stata usata una roncola. La zona non e’ coperta da telecamere e questo rende gli accertamenti piu’ complessi. I carabinieri non hanno inoltre trovato segni d’effrazione e sembra che non manchi nulla di valore: la vittima aveva ancora orologio e portafogli. Dunque e’ esclusa la pista della rapina da parte di sconosciuti. I carabinieri di Bergamo, coordinati dal pm Carmen Santoro, optano piuttosto per l’ipotesi di una lite per motivi economici nell’ambito del lavoro nero. Dagli accertamenti e’ emerso che attualmente la cascina non aveva dipendenti, ma in passato pare ne avesse avuti. Sono emerse alcune segnalazioni per omessi contributi riferite ad alcuni anni fa. In queste settimane erano riprese le visite delle scolaresche, che arrivavano in autobus alla cascina non solo dalla Bergamasca, ma anche dalle province di Milano, Varese e Como. Anche la mattina stessa del delitto c’era stata una visita di una scolaresca delle elementari. Tutta questa attivita’ poteva essere gestita senza alcun dipendente? Pare che anche mercoledi’ mattina alla cascina ad aiutare Cosimo Errico ci fossero due o tre extracomunitari. Ma come potrebbe essere sfociato – si chiedono gli inquirenti – un problema di natura lavorativa in un delitto cosi’ efferato? In passato la struttura aveva avuto problemi per gli schiamazzi: i residenti piu’ prossimi al cascinale si erano lamentati con gli amministratori locali, che erano dovuti intervenire con richieste formali di ridurre il rumore e anche la Siae aveva svolto accertamenti. Tutte questioni burocratiche e amministrative, ben lontane pero’ dalla drammaticita’ di un omicidio.
Articolo pubblicato il giorno 5 Ottobre 2018 - 21:10